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martedì 13 marzo 2012

Lo yuan rimane basso

Il governatore della Banca centrale di Cina, Zhou Xiaochuan ha promesso di ridurre la percentuale di riserve richieste alle banche.

La difficile situazione congiunturale della Cina ha portato alla riduzione della percentuale di riserve richiesta alle banche, che potranno così incrementare il numero dei prestiti concessi; Pechino sembra invece voler rimandare il cambiamento del modello di sviluppo del Paese legato al basso valore della moneta per favorire le esportazioni, infatti non assicura nulla circa l'apprezzamento dello yuan. Questo è quanto è emerso nel corso della conferenza stampa di Zhou Xiaochuan, governatore della Banca centrale di Cina, tenutasi ieri a Pechino, nell’ambito dell'Assemblea nazionale del popolo.
Nel 2008-2009, la Cina ha lanciato un pacchetto di sostegno per la propria congiuntura economia che prevedeva crediti facili, tale provvedimento ha però innalzato l’inflazione e il rischio di una bolla speculativa nel campo edilizio. Così, due anni dopo, Pechino ha aumentando la percentuale di riserve che le banche dovrebbero tenere, affinché queste ultime riducessero il numero dei prestiti. “A tutt'oggi, la riserva richiesta è sopra il 20%. Abbiamo avuto percentuali di riserve molto minori, come ad esempio il 6% negli anni Novanta, e ce n'è di minori in altri Paesi” ha spiegato Zhou.
Secondo gli analisti questi provvedimenti si limitano a “tamponare”, non bastano per risolvere il problema del Paese, che dovrebbe cambiare il proprio modello di sviluppo, troppo concentrato sulle esportazioni, a scapito della domanda domestica. Inoltre, secondo dati basati sul Pil prodotto dal Dragone, lo yuan andrebbe rivalutato del 40%: lo scorso anno era stato rivalutato del 4,7%, ma ha perso lo 0,5% negli ultimi due mesi. A tal riguardo, durante la conferenza stampa di ieri, il vice di Zhou per gli scambi valutari ha affermato che la crescita del valore dello yuan, come quella avvenuta negli ultimi mesi, non si ripeterà in futuro.

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