Le esportazioni cinesi registrano una nuova impennata nel mese di novembre 2010, facendo però riassorbire il surplus commerciale a fronte di un incremento delle importazioni. Tuttavia, gli analisti americani giudicano preoccupante la situazione economica del Dragone.
Secondo il rapporto pubblicato dalle autorità doganali cinesi lo scorso venerdì, i nuovi dati della bilancia commerciale cinese dimostrano che l’economia del Dragone è ancora forte. Nel mese di novembre 2010 si sono registrati valori elevati delle esportazioni, che hanno avuto un picco del +34,9%, e delle importazioni, che sono aumentate del 37,7%. Con tali risultati le esportazioni si attestano così a 153,3 miliardi di dollari, un record assoluto, ed il surplus commerciale si è ridimensionato a 22 miliardi di dollari (in ottobre era salito a 27,15 miliardi).
Tutto ciò sembra preparare l’economia cinese ad una robusta risposta alla crisi globale; inoltre, le autorità dichiarano che il Paese potrebbe essere pronto ad un eventuale apprezzamento dello yuan, con beneficio degli Usa che da tempo premono in questa direzione. Tuttavia, Goldman Sacks rimane scettico dinnanzi ai dati della bilancia commerciale cinese e avverte che una lievitazione dell’export potrebbe costringere il governo ad adottare nuove misure per contrastare l’inflazione, con effetti negativi sulla congiuntura economica.
Molti, infatti, sono gli analisti che oggi guardano alla Cina con preoccupazione. La riduzione della domanda globale, verificatesi con la crisi economica, potrebbe avere gravi ricadute sul settore manifatturiero cinese con un conseguente rischio per gli investitori internazionali di materie prime. Inoltre, tutti gli indicatori di prospettiva dell'andamento economico cinese prospettano un indebolimento della crescita economica. Gli economisti consigliano, quindi, prudenza negli investimenti nelle emerging e commodities.
Secondo il rapporto pubblicato dalle autorità doganali cinesi lo scorso venerdì, i nuovi dati della bilancia commerciale cinese dimostrano che l’economia del Dragone è ancora forte. Nel mese di novembre 2010 si sono registrati valori elevati delle esportazioni, che hanno avuto un picco del +34,9%, e delle importazioni, che sono aumentate del 37,7%. Con tali risultati le esportazioni si attestano così a 153,3 miliardi di dollari, un record assoluto, ed il surplus commerciale si è ridimensionato a 22 miliardi di dollari (in ottobre era salito a 27,15 miliardi).
Tutto ciò sembra preparare l’economia cinese ad una robusta risposta alla crisi globale; inoltre, le autorità dichiarano che il Paese potrebbe essere pronto ad un eventuale apprezzamento dello yuan, con beneficio degli Usa che da tempo premono in questa direzione. Tuttavia, Goldman Sacks rimane scettico dinnanzi ai dati della bilancia commerciale cinese e avverte che una lievitazione dell’export potrebbe costringere il governo ad adottare nuove misure per contrastare l’inflazione, con effetti negativi sulla congiuntura economica.
Molti, infatti, sono gli analisti che oggi guardano alla Cina con preoccupazione. La riduzione della domanda globale, verificatesi con la crisi economica, potrebbe avere gravi ricadute sul settore manifatturiero cinese con un conseguente rischio per gli investitori internazionali di materie prime. Inoltre, tutti gli indicatori di prospettiva dell'andamento economico cinese prospettano un indebolimento della crescita economica. Gli economisti consigliano, quindi, prudenza negli investimenti nelle emerging e commodities.
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