Dopo i primi due giorni a Chongquing e poi a Shanghai, per festeggiare la giornata italiana all’Expo, la missione di sistema italiana in Cina si è conclusa il 4 giugno a Pechino. Nel pomeriggio del 3 giugno, nella capitale, si è tenuto un workshop per fornire alle aziende italiane il quadro normativo di riferimento per operare in nel paese asiatico: sono stati approfonditi, in particolare, gli aspetti legati alla lotta alla contraffazione, alle questioni doganali e tariffarie, agli strumenti finanziari a sostegno delle imprese italiane in Cina e alla proprietà intellettuale.
Sempre a Pechino, venerdì 4 giugno, la missione si è conclusa con il Forum economico Italia-Cina, moderato dal Presidente dell’ICE Umberto Vattani, una serie di incontri bilaterali tra imprenditori italiani e controparti cinesi e la tavola rotonda interbancaria: l’ABI e le altre banche italiane presenti si sono confrontate con la Banca Centrale e l’Associazione bancaria cinese, la China Banking Regulatory Commission ed i principali intermediari locali.
Diverse sono le considerazioni fatte in seguito alla missione; la Cina si è confermata un’opportunità fondamentale per le imprese italiane: basti pensare che nel primo trimestre del 2010 le esportazioni italiane verso la Repubblica Popolare Cinese sono cresciute del 24%. Tuttavia, rimane ancora molto da sviluppare; infatti, l’Italia vende alla Cina soprattutto beni strumentali (il 50% dell’export italiano in Cina è rappresentato dai macchinari). I beni di consumo che si riesce ad esportare sono invece pochi e si limitano all’abbigliamento, scarpe, arredamento e prodotti agroalimentari. Il mancato sviluppo è dovuto ad una serie di fattori, tra cui: la scarsità di catene di distribuzione nazionali, il numero ridotto di investimenti diretti esteri e la poca recettività del mercato cinese verso i marchi meno noti del Made in Italy.
Sempre a Pechino, venerdì 4 giugno, la missione si è conclusa con il Forum economico Italia-Cina, moderato dal Presidente dell’ICE Umberto Vattani, una serie di incontri bilaterali tra imprenditori italiani e controparti cinesi e la tavola rotonda interbancaria: l’ABI e le altre banche italiane presenti si sono confrontate con la Banca Centrale e l’Associazione bancaria cinese, la China Banking Regulatory Commission ed i principali intermediari locali.
Diverse sono le considerazioni fatte in seguito alla missione; la Cina si è confermata un’opportunità fondamentale per le imprese italiane: basti pensare che nel primo trimestre del 2010 le esportazioni italiane verso la Repubblica Popolare Cinese sono cresciute del 24%. Tuttavia, rimane ancora molto da sviluppare; infatti, l’Italia vende alla Cina soprattutto beni strumentali (il 50% dell’export italiano in Cina è rappresentato dai macchinari). I beni di consumo che si riesce ad esportare sono invece pochi e si limitano all’abbigliamento, scarpe, arredamento e prodotti agroalimentari. Il mancato sviluppo è dovuto ad una serie di fattori, tra cui: la scarsità di catene di distribuzione nazionali, il numero ridotto di investimenti diretti esteri e la poca recettività del mercato cinese verso i marchi meno noti del Made in Italy.
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