A 60 anni dalla guerra civile scoppiata tra la Repubblica Popolare Cinese e l’isola di Taiwan (ex Formosa) i rappresentanti dei due paesi, Chen Yunlin per Pechino, e Chiang Pin-Kung per Taipei, hanno firmato un accordo commerciale che riapre la comunicazione tra i due stati. Il patto, denominato “Economic Cooperation Framework Agreement “ (“Accordo di Cooperazione Economica”) prevede la riduzione e, in alcuni casi, l’annullamento delle tariffe negli scambi commerciali tra i due paesi, manovra che darà una forte spinta all’interscambio tra Cina e Taiwan. Sono 539 i prodotti taiwanesi che beneficeranno dell’accordo e 267 quelli cinesi, ovvero rispettivamente il 15% e il 10,5% dell’export nazionale. Per la Cina ciò significherà un risparmio di circa 2,86 miliardi di dollari.
Il patto siglato rappresenta il primo passo verso la fusione delle due nazioni, oggi fortemente voluta da entrambe le parti, e che si potrebbe realizzare in seno al processo di apertura alla democrazia che la Cina sta vivendo e con dei tempi comunque abbastanza lunghi. I futuri punti di questo percorso comune saranno investimenti reciproci e ulteriori manovre di integrazione economica
Il patto siglato rappresenta il primo passo verso la fusione delle due nazioni, oggi fortemente voluta da entrambe le parti, e che si potrebbe realizzare in seno al processo di apertura alla democrazia che la Cina sta vivendo e con dei tempi comunque abbastanza lunghi. I futuri punti di questo percorso comune saranno investimenti reciproci e ulteriori manovre di integrazione economica