Pechino intende incrementare gli investimenti stranieri all’interno del proprio mercato finanziario e aprire al settore bancario privato.
Il sito del China Securities Regulatory Commission ieri ha comunicato che la soglia per gli investitori stranieri sale da 30 a 80 miliardi di dollari Usa, mentre quella per gli investitori offshore passa da 20 a 50 miliardi di yuan: il Dragone ha deciso di incrementare la soglia di investimenti stranieri nel suo mercato finanziario e di aprire al settore bancario privato. Secondo gli analisti, si tratta di un passo decisivo per aprire maggiormente l'economia cinese al mercato internazionale e rendere lo yuan un moneta per gli scambi planetari. Inoltre, è evidente che Pechino - ora che l'economia cinese si sta raffreddando e che molti investitori hanno cominciato a preferire altri mercati, come Vietnam e Indonesia - cerca di attrarre maggiori investimenti internazionali: un incremento di questi ultimi, porterebbe infatti a impegni a lunga scadenza nel Paese, garantendone la stabilità.
Tuttavia, rimangono da fare ancora molti passi per rendere veramente libero il mercato finanziario cinese: “vi sono ancora restrizioni sia sulle quote, nella trasparenza e nel rimpatrio dei soldi. C'è ancora molta strada da fare per [fare della Cina] una destinazione ideale per gli investitori stranieri”, come ha dichiarato David Sample, direttore presso il Van Eck Emerging Markets Fund a New York.
Una maggiore apertura del mercato cinese, è comunque confermata dalle recenti dichiarazioni del premier Wen Jiabao circa l’intenzione di consentire investimenti privati anche nel settore delle banche: la Cina ha bisogno di rompere con il monopolio di pochi istituti che fanno “guadagni fin troppo facili”. Il settore bancario in Cina è infatti dominato da quattro banche statali, accusate di non fare prestiti alle piccole e medie imprese, che sono così costrette a richiedere prestiti a istituti privati sotterranei.
Tuttavia, rimangono da fare ancora molti passi per rendere veramente libero il mercato finanziario cinese: “vi sono ancora restrizioni sia sulle quote, nella trasparenza e nel rimpatrio dei soldi. C'è ancora molta strada da fare per [fare della Cina] una destinazione ideale per gli investitori stranieri”, come ha dichiarato David Sample, direttore presso il Van Eck Emerging Markets Fund a New York.
Una maggiore apertura del mercato cinese, è comunque confermata dalle recenti dichiarazioni del premier Wen Jiabao circa l’intenzione di consentire investimenti privati anche nel settore delle banche: la Cina ha bisogno di rompere con il monopolio di pochi istituti che fanno “guadagni fin troppo facili”. Il settore bancario in Cina è infatti dominato da quattro banche statali, accusate di non fare prestiti alle piccole e medie imprese, che sono così costrette a richiedere prestiti a istituti privati sotterranei.
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