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martedì 24 aprile 2012

La Cina punta sul “tesoro sottomarino”

Pechino ha firmato un accordo per ottenere 1,1 milioni di tonnellate di un concentrato di rame, che avrà come sottoprodotti oro, argento e zinco.

In seguito ai numerosi accordi con alcuni Stati africani, ora la Cina punta sui minerali che si possono ottenere attraverso il mare: Pechino ha firmato un accordo per accaparrarsi 1,1 milioni di tonnellate di un concentrato di rame, che avrà come sottoprodotto oro, argento e zinco, attraverso la società specializzata canadese - con sede a Toronto - Nautilus Minerals. Quest’ultima ha firmato un accordo con la fonderia cinese Tongling Nonferrous Metals Group Co Ltd e si occuperà dell’estrazione davanti alle coste di Papua (Nuova Guinea), a 1.600 metri di profondità dal fondo del mare: la Nautilus detiene i diritti di sfruttamento del deposito Solwara 1 nel mare di Bismark, che separa l’isola della Nuova Britannia da quella della Nuova Irlanda, entrambe nel territorio di Papua.
L’accordo con Pechino ha durata triennale e il primo invio alle fonderie di Tongling è previsto per la fine dell’anno prossimo. La Nautilus ha investito 407 milioni di dollari nel progetto, e il costo di produzione di una tonnellata di materiale è di 70 dollari. La mineralizzazione, dovuta a un sistema idrotermale sottomarino, costituisce “un vero tesoro in fondo al mare”: le analisi hanno riscontrato oltre 1 milione di tonnellate di minerali con un tenore del 7,2% in rame e dello 0,4% in zinco, più 5 grammi a tonnellata (g/t) di oro e 23 g/t di argento. Inoltre, sono state individuate risorse possibili per altri 1,54 milioni di tonnellate a tenori ancora più ricchi: 8,1% di rame, 0,9% di zinco, 6,4 g/t di oro e 34 g/t di argento.

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