Pechino ha firmato un accordo per ottenere 1,1 milioni di tonnellate di un concentrato di rame, che avrà come sottoprodotti oro, argento e zinco.
In seguito ai numerosi accordi con alcuni Stati africani, ora la Cina punta sui minerali che si possono ottenere attraverso il mare: Pechino ha firmato un accordo per accaparrarsi 1,1 milioni di tonnellate di un concentrato di rame, che avrà come sottoprodotto oro, argento e zinco, attraverso la società specializzata canadese - con sede a Toronto - Nautilus Minerals. Quest’ultima ha firmato un accordo con la fonderia cinese Tongling Nonferrous Metals Group Co Ltd e si occuperà dell’estrazione davanti alle coste di Papua (Nuova Guinea), a 1.600 metri di profondità dal fondo del mare: la Nautilus detiene i diritti di sfruttamento del deposito Solwara 1 nel mare di Bismark, che separa l’isola della Nuova Britannia da quella della Nuova Irlanda, entrambe nel territorio di Papua.
L’accordo con Pechino ha durata triennale e il primo invio alle fonderie di Tongling è previsto per la fine dell’anno prossimo. La Nautilus ha investito 407 milioni di dollari nel progetto, e il costo di produzione di una tonnellata di materiale è di 70 dollari. La mineralizzazione, dovuta a un sistema idrotermale sottomarino, costituisce “un vero tesoro in fondo al mare”: le analisi hanno riscontrato oltre 1 milione di tonnellate di minerali con un tenore del 7,2% in rame e dello 0,4% in zinco, più 5 grammi a tonnellata (g/t) di oro e 23 g/t di argento. Inoltre, sono state individuate risorse possibili per altri 1,54 milioni di tonnellate a tenori ancora più ricchi: 8,1% di rame, 0,9% di zinco, 6,4 g/t di oro e 34 g/t di argento.
In seguito ai numerosi accordi con alcuni Stati africani, ora la Cina punta sui minerali che si possono ottenere attraverso il mare: Pechino ha firmato un accordo per accaparrarsi 1,1 milioni di tonnellate di un concentrato di rame, che avrà come sottoprodotto oro, argento e zinco, attraverso la società specializzata canadese - con sede a Toronto - Nautilus Minerals. Quest’ultima ha firmato un accordo con la fonderia cinese Tongling Nonferrous Metals Group Co Ltd e si occuperà dell’estrazione davanti alle coste di Papua (Nuova Guinea), a 1.600 metri di profondità dal fondo del mare: la Nautilus detiene i diritti di sfruttamento del deposito Solwara 1 nel mare di Bismark, che separa l’isola della Nuova Britannia da quella della Nuova Irlanda, entrambe nel territorio di Papua.
L’accordo con Pechino ha durata triennale e il primo invio alle fonderie di Tongling è previsto per la fine dell’anno prossimo. La Nautilus ha investito 407 milioni di dollari nel progetto, e il costo di produzione di una tonnellata di materiale è di 70 dollari. La mineralizzazione, dovuta a un sistema idrotermale sottomarino, costituisce “un vero tesoro in fondo al mare”: le analisi hanno riscontrato oltre 1 milione di tonnellate di minerali con un tenore del 7,2% in rame e dello 0,4% in zinco, più 5 grammi a tonnellata (g/t) di oro e 23 g/t di argento. Inoltre, sono state individuate risorse possibili per altri 1,54 milioni di tonnellate a tenori ancora più ricchi: 8,1% di rame, 0,9% di zinco, 6,4 g/t di oro e 34 g/t di argento.
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