La Siberia, per svilupparsi, ha bisogno della vicina Cina, che nel 2011 è divenuta il primo partner nell'interscambio commerciale con la Federazione.
L'estremo oriente siberiano, costituisce il 60% del territorio russo ma è abitato soltanto dall’8% della popolazione, circa 12 milioni di persone. Per la Russia risulta impraticabile ancorare quest’area a Mosca, per la distanza, i costi, la mancanza di infrastrutture: per svilupparsi, la Siberia ha bisogno della vicina Cina - ricca, ambiziosa, affamata di minerali e di energie - che nel 2011, superando la Germania, è diventata il primo partner nell'interscambio commerciale con la Federazione.
Pechino non acquista soltanto, ma interviene direttamente nella gestione delle miniere e degli oleodotti russi; inoltre, sono in corso e sono stati già stati realizzati, lavori per la trasmissione di energia idroelettrica, di gas e di metalli tratti dalle miniere di oro, argento, molibdeno e rame. Queste operazioni sono favorite dal “Programma di cooperazione 2009-2018”, firmato dai Presidenti Medvedv e Hu Jintao, che prevede appunto la realizzazione di 205 progetti per le regioni limitrofe dei 2 paesi.
Nella Russia estremo-orientale hanno ripreso le attività vecchie miniere, quelle che furono aperte addirittura negli anni ‘30 sotto il regime staliniano. Le opportunità di business, hanno spinto ingegneri ex sovietici a ripopolare le stesse zone da cui sono emigrati e circa mezzo milione di cinesi vive oltre confine ormai: sebbene la convivenza spesso risulti difficile, Pechino e Mosca trovano un vantaggio reciproco di interessi, dinamismo, demografia. Così, sullo stesso fiume di frontiera presso il quale, nel 1969, le due potenze hanno condotto una guerra di posizione, ora transitano merci, capitali, idee, consentendo lo sviluppo di quel territorio ricco e promettente.
Pechino non acquista soltanto, ma interviene direttamente nella gestione delle miniere e degli oleodotti russi; inoltre, sono in corso e sono stati già stati realizzati, lavori per la trasmissione di energia idroelettrica, di gas e di metalli tratti dalle miniere di oro, argento, molibdeno e rame. Queste operazioni sono favorite dal “Programma di cooperazione 2009-2018”, firmato dai Presidenti Medvedv e Hu Jintao, che prevede appunto la realizzazione di 205 progetti per le regioni limitrofe dei 2 paesi.
Nella Russia estremo-orientale hanno ripreso le attività vecchie miniere, quelle che furono aperte addirittura negli anni ‘30 sotto il regime staliniano. Le opportunità di business, hanno spinto ingegneri ex sovietici a ripopolare le stesse zone da cui sono emigrati e circa mezzo milione di cinesi vive oltre confine ormai: sebbene la convivenza spesso risulti difficile, Pechino e Mosca trovano un vantaggio reciproco di interessi, dinamismo, demografia. Così, sullo stesso fiume di frontiera presso il quale, nel 1969, le due potenze hanno condotto una guerra di posizione, ora transitano merci, capitali, idee, consentendo lo sviluppo di quel territorio ricco e promettente.
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