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martedì 31 gennaio 2012

Investimenti stranieri: Pechino apre con riserva

Il governo cinese si sta muovendo per favorire l’integrazione delle yuan ma rimangono ancora molte restrizioni sugli investimenti concessi alle imprese QFII.

La China Securities Regulatory Commission (CSRC), nel mese scorso, ha concesso 14 licenze Qualified Foreign Institutional Investors (QFII). Le istituzioni dotate di licenze QFII sono le uniche entità straniere alle quali è consentito comprare o vendere titoli denominati in yuan o investire nei mercati azionari cinesi.
Ora le istituzioni con licenze QFII sono 135, di cui 29 sono state approvate nel corso del 2011: la Cina ha allentato le politiche che limitano l’acquisto di beni cinesi da parte degli stranieri per aiutare l’integrazione di uno yuan più liberalizzato. Aprendo i suoi mercati dei capitali, il governo cinese sta lentamente allentando il suo controllo, consentendo lo sviluppo di un mercato “libero”, ma è presumibile che si tratterà di un processo lungo. Lo yuan è scambiato entro una banda stretta rispetto al dollaro statunitense, in quanto Pechino non consente apprezzamenti (o svalutazioni) repentini. Inoltre, sussistono ancora molte restrizioni relativamente ai tipi di investimenti che le imprese QFII possono fare: il massimo che ogni programma QFII può investire è 20 miliardi di yuan, di cui almeno l’80% deve essere investito in titoli a reddito fisso (un meccanismo atto a impedire la formazione di una bolla che potrebbe verificarsi in seguito all’afflusso di quantità eccessive di capitali in un mercato). Infine, pare che una ditta QFII debba aspettare diversi mesi prima che venga definitivamente approvata e possa quindi effettuare investimenti in Cina.

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