Secondo una recente analisi, la frenesia dimostrata da alcuni Paesi nella costruzione di grattacieli sarebbe un segnale di crisi economica.
Stando ad uno studio pubblicato di recente è emerso che esisterebbe una correlazione tra la costruzione di grattacieli ed edifici multipiano e periodi di recessione finanziaria. Secondo gli esperti infatti il gigantismo edilizio rappresenterebbe il sintomo di uno stanziamento di capitale sbagliato, una teoria che troverebbe conferma nello Skyscraper Index Report pubblicato di recente: lo studio sottolinea infatti come dalla costruzione dell’Empire State Building nella città di New York avvenuta durante la crisi del ’29, alla realizzazione del Burj Khalifa a Dubai, classificato come il più grande edificio al mondo e avvenuta in momento difficile per l’Emirato, l’inaugurazione degli edifici sia coincisa con l’annuncio del periodo di crisi economica del Paese. In modo analogo la costruzione delle Willis Tower di Chicago nel 1974 è coincisa con la crisi petrolifera e la decisione di abbandonare il tasso fisso oro/dollaro, e l’inaugurazione delle Petronas Towers in Malaysia nel 1997, con l’anno in cui l’Asia ha registrato la più grave crisi economica della storia recente.
Se la teoria trovasse conferma non sarebbero poche le ripercussioni a livello mondiale visto che al momento la Cina edifica il 53% del totale dei grattacieli al mondo ed è pronta a passare entro il 2017 dai suoi attuali 75 a 141 grattacieli, seguita dall’India che sta promuovendo numerosi progetti allo scopo di fare concorrenza alla seconda economia mondiale.
Nessun commento:
Posta un commento