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giovedì 2 febbraio 2012

Il mercato dell’auto in Cina

Il mercato automobilistico cinese comincia a risentire del clima di recessione: Pechino interrompe le misure di sostegno per i costruttori stranieri per favorire i costruttori nazionali.

Il mercato dell’auto cinese, grazie all'acquisizione di tecnologie dai mercati “maturi” e alla realizzazione di joint ventures con le case automobilistiche internazionali “localizzate” in Cina, ha registrato una crescita esponenziale, come è avvenuto in passato con le case giapponesi negli Stati Uniti e in Europa.
Negli ultimi anni, caratterizzati dall'avvio di una motorizzazione di massa di grandissima portata numerica, il mercato dell’auto cinese è divenuto una realtà trainante dell'economia internazionale; anch’esso, tuttavia, comincia a risentire della crisi, che oggi ne rallenta la crescita: se nel 2009 aveva raggiunto un incremento del 46% e del 32% nel 2010, lo scorso hanno ha registrato solo un 2,5%.
Dopo la fase di boom, il mondo automobilistico cinese si è evoluto: i cinesi oggi non vogliono più vetture “di seconda scelta”, ma cercano le stesse automobili vendute nel resto del mondo e conosciute attraverso i media, come l'automobile tedesca, relativamente ai i marchi di lusso, o quella giapponese per le vetture più popolari.
Per favorire le case automobilistiche nazionali, il governo cinese ha deciso di eliminare il sostegno alle importazioni, che consisteva nella riduzione dei diritti doganali, ai danni delle case automobilistiche straniere. Queste ultime potranno superare le difficoltà causate dalle misure improntate al protezionismo del Dragone, puntando sulla qualità, sulla riconoscibilità e sull’immagine di loro marchi. Tuttavia, qualora il prodotto cinese dovesse evolversi e “maturare”, avvicinandosi maggiormente anche alle esigenze di un’utenza diversa da quella del mercato interno, non è escluso che in futuro certe case cinesi non possano spodestare case automobilistiche straniere, diventando leader in alcuni settori, in particolare nel “low-cost”, sempre più in crescita nel generale clima di recessione economica.

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