In Cina sta crescendo il mercato della nautica da diporto, che in 12 anni è passato dalle 300 alle 1.500 unità.
Nonostante le elevate tasse di importazione e la rigorosa normativa sulla navigazione nelle acque territoriali cinesi, il “parco navigante” del Dragone è quintuplicato: secondo un rapporto pubblicato di recente dalla “China Cruise and Yacht Industry Association” (CCYIA), se nel 2000 contava 300 unità, nel 2010 ne comprendeva già più di 1.500 e si prevede che raggiungerà il valore di 10 miliardi di dollari alla fine di quest’anno.
Il mercato cinese della nautica da diporto risulta particolarmente interessante per l’industria italiana, ambita per lo stile, il design, le avanzate tecnologie. Il Belpaese produce infatti il 23% delle imbarcazioni da diporto vendute in Cina ed è superato solo dal Regno Unito.
Relativamente al segmento delle imbarcazioni di minori dimensioni (dai 15 ai 24 metri) i maggiori costruttori stranieri localizzati in Cina sono il giapponese Kyala e gli statunitensi Bluebay; entrambi operano in Cina per il mercato locale e, inoltre, riesportano nei loro mercati di riferimento. Il mercato delle imbarcazioni di prestigio, quelle il cui prezzo varia tra 1 e 2,3 milioni di euro, è invece tuttora coperto prevalentemente dalle importazioni. Secondo il rapporto della CCYIA, nei prossimi 5 anni, il segmento che crescerà maggiormente è quello della fascia media, con prezzi fino a 350.000 euro.
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