La Cina necessita di riforme economiche e sociali: il modello che ha portato il Paese ad un tasso medio di crescita del 10% non è più sostenibile.
Secondo quanto riportato nel Rapporto dalla Banca mondiale “China 2030”, presentato ieri a Pechino, se il Paese non saprà provvedere a un profondo cambiamento economico e sociale, “il ritmo di crescita dovrebbe dimezzarsi nei due prossimi decenni”. Gli esperti della Banca mondiale affermano che “nel corso degli ultimi 30 anni il Paese ha vantato un tasso medio di crescita del 10%, ma a questo punto il modello non è più sostenibile”.
Nel Rapporto la Banca mondiale ha indicato anche come il Paese potrebbe evitare il brusco rallentamento cui è destinato se non interverrà con adeguate riforme: “In primo luogo, la Cina dovrà smantellare un bel pezzo delle sue industrie di Stato. Inoltre dovrà rinunciare al monopolio nei settori strategici. Negli ultimi 30 anni il Pil cinese è cresciuto in media del 10%, grazie a un modello economico basato sull'export e sugli investimenti pubblici, che non può essere più sostenuto”. Pechino dovrà, inoltre, “puntare di più sui mercati, interno ed estero, e smantellare il suo sistema di hukou, il permesso di residenza” affinché la protezione sociale di base venga assicurata a tutti i cittadini nel Paese: attualmente il governo fornisce assistenza sanitaria, scolastica ed economica solo a chi rimane a lavorare nel suo luogo di nascita, così le centinaia di milioni di migranti che si spostano da una zona all’altra della Cina sono, in termini di welfare, “invisibili”.
Il Rapporto ha ricevuto il sostegno del vicepresidente cinese Xi Jinping e del vice premier Li Keqiang, le due figure politiche candidate a succedere a Hu Jintao e Wen Jiabao.
Nel Rapporto la Banca mondiale ha indicato anche come il Paese potrebbe evitare il brusco rallentamento cui è destinato se non interverrà con adeguate riforme: “In primo luogo, la Cina dovrà smantellare un bel pezzo delle sue industrie di Stato. Inoltre dovrà rinunciare al monopolio nei settori strategici. Negli ultimi 30 anni il Pil cinese è cresciuto in media del 10%, grazie a un modello economico basato sull'export e sugli investimenti pubblici, che non può essere più sostenuto”. Pechino dovrà, inoltre, “puntare di più sui mercati, interno ed estero, e smantellare il suo sistema di hukou, il permesso di residenza” affinché la protezione sociale di base venga assicurata a tutti i cittadini nel Paese: attualmente il governo fornisce assistenza sanitaria, scolastica ed economica solo a chi rimane a lavorare nel suo luogo di nascita, così le centinaia di milioni di migranti che si spostano da una zona all’altra della Cina sono, in termini di welfare, “invisibili”.
Il Rapporto ha ricevuto il sostegno del vicepresidente cinese Xi Jinping e del vice premier Li Keqiang, le due figure politiche candidate a succedere a Hu Jintao e Wen Jiabao.
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