Il lieve calo dell’economia cinese registrato negli ultimi tre trimestri potrebbe avere, nei prossimi mesi, delle conseguenze sull’export italiano, i cui operatori, però, al momento non sembrano preoccuparsi.
Negli ultimi anni la sorprendente crescita cinese ha attirato numerose imprese italiane alla ricerca di nuovi sbocchi, soprattutto nei quattro settori tipici del Made in Italy. Le potenzialità ancora enormi della Repubblica Popolare, tuttavia, devono fare i conti, oggi, con un rallentamento dell’economia nazionale, dovuta in parte a politiche sbagliate e in parte alla crisi internazionale.
Alcuni operatori italiani, parlando al Sole 24 Ore, dichiarano di avvertire un calo dei rendimenti in terra asiatica e iniziano a chiedersi se nel prossimo futuro l’impatto sull’export tricolore sarà negativo. Il comparto delle macchine utensili, ad esempio, ha perso lo 0,4% nei primi 8 mesi dell’anno, ma il Dragone rappresenta ancora il 12,8% della produzione totale. Nel caso del legno arredo, settore che ha puntato la maggior parte delle risorse sulla Cina, registra nel Paese asiatico l’8% dell’export. Il mercato cinese vale attualmente circa 60 milioni di euro e reggerà grazie al fatto che l’arredamento si può proporre ad una fascia medio-alta di clienti. Anche nella moda non si vedono gravi conseguenze per il momento, e l’unico cambiamento potrebbe esserci per i marchi che si rivolgono alle fasce medie.
In sostanza, l’opinione generale è che chi è già presente e consolidato sul territorio cinese, non avrà ripercussioni in seguito al rallentamento economico, ma anzi potrà beneficiare la corrente debolezza dell’euro, che favorisce in qualche modo le esportazioni. Le difficoltà potrebbero esserci, invece, per chi ancora non è approdato in Cina e per chi stava pianificando un ingresso nella Repubblica Popolare. In ogni caso, la maggior parte degli investitori è convinta che, data la precaria e debole situazione italiana, orientarsi verso i nuovi mercati sia l’unica scelta per sopravvivere.
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