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mercoledì 28 dicembre 2011

Gruppo Italiano Vini punta su Cina e Russia

Il GIV si prepara per affermare i marchi italiani all’estero, dove le opportunità sono numerose; in particolare, punta ora su Cina e Russia.

Il Gruppo Italiano Vini punta sempre più sui nuovi mercati, dato che la produzione mondiale per la prima volta risulta inferiore ai consumi e l’Italia contribuisce solo ad un terzo del fatturato. Le opportunità sono, quindi, molteplici e l’affermazione all’estero risulta una delle possibilità per contrastare la crisi in patria. Dopo USA, Germania, Canada, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi e Benelux, il Giv sta organizzando l’ingresso in Cina e Russia, i due Paesi al momento più appetibili.
Nella Repubblica Popolare il Gruppo ha aperto una società a Shanghai per poter seguire in modo diretto lo sviluppo dei vini, in particolare quelli di alta qualità. La necessità di avere un contatto diretto con i distributori e con la realtà dei consumi è dettata dalle difficoltà distributive che tutt’oggi permangono nel Dragone e che ostacolano le opportunità del settore. Attualmente in Cina dominano i vini francesi, ma le potenzialità dei marchi italiani sono notevoli, motivo per cui l’organizzazione commerciale è fondamentale.
Per quanto riguarda la Russia, invece, non è ancora prevista una società di distribuzione, perché il processo di penetrazione è ancora in fase di studio. Nonostante le problematiche che riguardano il mercato russo, però, si è registrata una buona crescita del settore grazie a molti bravi importatori locali.
Grazie all’ingresso nei nuovi mercati, si è potuto aumentare il fatturato Giv capogruppo di 15 milioni di euro rispetto al 2010, con una crescita del 6%. Il 2011 è stato un anno positivo, segnato anche dal lancio sul mercato internazionale del marchio Cavicchioli e del rilancio di Bolla negli Usa. Per il 2012, si prevedono difficoltà legate all’aumento del costo delle uve, elemento che obbligherà gli operatori a ricaricare i prezzi delle bottiglie del 15-20% anche all’estero.

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