Il "Made in Italy" del wine&food contro le barriere imposte dal mercato cinese.
Si è svolta a Parma la manifestazione China Business Incubator dove le più importanti realtà italiane del settore wine&food hanno avuto modo di poter incontrare i principali importatori e distributori dell'area di Shanghai. I prodotti italiani più appetiti dalla clientela orientale sono sicuramente olio, caffè, cioccolato, pasta e formaggio.
Dall’evento è emerso che la complessità del mercato cinese risiede nel far arrivare questi prodotti al consumatore; con l’aumento di barriere non tariffarie, che rallentano e in molti casi bloccano le esportazioni di prodotti alimentari «made in Italy», l’assenza di una struttura in loco ben ramificata può rivelarsi un problema insormontabile.
Hiufan Tsang, rappresentante di Sinodis, società cinese specializzata nell'import e nella distribuzione alimentare, afferma che: “Servono etichette in cinese, un packaging più in sintonia con la cultura orientale, meglio ancora se realizzato ex novo proprio per questo mercato. Finire sugli scaffali dei negozi cinesi non basta, bisogna frequentare il mercato per capire cosa funziona e cosa no, è indispensabile avere persone sul posto che verificano quello che succede”.
Bisogna agire sul campo, dunque, e per farlo servono strategie ben radicate nella conoscenza di ambiti legislativi e culturali del Paese, oltre a dei partner locali che favoriscano l'approccio alla distribuzione.
venerdì 27 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
Aumentano gli investimenti nelle costruzioni
Ciò va a confermare quanto affermato dall’agenzia di stampa Bloomberg, ossia che nel corso del mese di giugno il mercato immobiliare cinese ha visto un deciso miglioramento, con le vendite di appartamenti che hanno registrato una progressione positiva del 41% rispetto al mese precedente.
Gli investimenti nelle costruzioni saranno ripartiti tra edilizia residenziale e non oltre ad ingegneria civile; gli attuali processi di industrializzazione e urbanizzazione oltre all’aumento del reddito individuale unito alla crescita delle famiglie saranno, secondo lo studio, fattori determinanti affinché ciò avvenga.
Venendo ai dati, fino al 2016 l’ingegneria vedrà un tasso di crescita pari al +9,5% medio annuo in termini reali, l’edilizia residenziale crescerà in termini reali medio dell’8,5% annuo e l’edilizia non residenziale dell’8,3.
mercoledì 25 luglio 2012
Toyota crede nella Cina
L’azienda giapponese costruirà un sito per la produzione di sistemi di trasmissione.
Toyota ha reso noto nella giornata odierna che è in programma la costruzione di un sito per la produzione di sistemi di trasmissione sul territorio cinese. L'iniziativa richiederà un investimento di 285 milioni di dollari e darà lavoro a 850 dipendenti. Il complesso dovrebbe entrare in attività nel settembre del 2014 e la sua produzione annua dovrebbe essere di 240mila pezzi all'anno.
L’azienda, che ha da poco concluso un altro accordo con PSA Peugeot Citroen per la produzione di veicoli commerciali leggeri per il mercato europeo, è ad oggi la più grande società al mondo per totale attivo tangibile, pari a 287 mld di euro nel 2011. Gli ultimi dati disponibili confermano questa crescita; a tutto giugno è stata infatti superata la soglia dei 200 milioni di veicoli assemblati.
“Una bella soddisfazione per il nostro management, ma soprattutto per i 300 mila addetti che lavorano per noi nel mondo” ha commentato il Presidente Akio Toyoda.
Toyota ha reso noto nella giornata odierna che è in programma la costruzione di un sito per la produzione di sistemi di trasmissione sul territorio cinese. L'iniziativa richiederà un investimento di 285 milioni di dollari e darà lavoro a 850 dipendenti. Il complesso dovrebbe entrare in attività nel settembre del 2014 e la sua produzione annua dovrebbe essere di 240mila pezzi all'anno.
L’azienda, che ha da poco concluso un altro accordo con PSA Peugeot Citroen per la produzione di veicoli commerciali leggeri per il mercato europeo, è ad oggi la più grande società al mondo per totale attivo tangibile, pari a 287 mld di euro nel 2011. Gli ultimi dati disponibili confermano questa crescita; a tutto giugno è stata infatti superata la soglia dei 200 milioni di veicoli assemblati.
“Una bella soddisfazione per il nostro management, ma soprattutto per i 300 mila addetti che lavorano per noi nel mondo” ha commentato il Presidente Akio Toyoda.
martedì 24 luglio 2012
Dati allarmanti per la corruzione in Cina
Un documento
trapelato conferma la massiccia corruzione presente nel Paese. Nella provincia
del Guangdong oltre 1.500 funzionari corrotti.
Le cifre provengono da un registro, forse compilato da un centro di ricerca affiliato allo Stato e sono state rese note da The Epoch Times, un’azienda di informazione con sede a New York.
I dati ricevuti dalla rivista hanno indicato che oltre 7.101 funzionari corrotti sono fuggiti negli Stati Uniti, portando con loro 336 miliardi di yuan (circa 43 miliardi di euro). Gli USA rimangono ad oggi la destinazione preferita per i dirigenti cinesi in fuga, ma i Paesi con regolamentazione più morbida in materia di immigrazione (Cambogia, Thailandia e Birmania per esempio) sono popolari tra i burocrati di livello inferiore.
Spesso si è soliti pensare che la
corruzione in Cina stia alla base della crescita economica del Partito
Comunista. Allo stesso tempo però bisogna considerare che essa può
rappresentare un fattore che può accelerarne la morte, dato che i cittadini
ordinari diventano sempre più irritati da una élite che sembra funzionare sempre
più come una cleptocrazia.
A partire dal 26 novembre 2011, Pechino
ha identificato 225 funzionari corrotti, 58 dei quali appartenenti agli alti
livelli, che hanno sottratto 2,5 miliardi di yuan (circa 320.000 euro). Il dato
più allarmante proviene dalla provincia del Guangdong dove sono 1.640 i funzionari
corrotti, 170 di loro tra i dirigenti di alto livello, che hanno sottratto
denaro per un totale di 115 miliardi di yuan (circa 15 miliardi di euro).Le cifre provengono da un registro, forse compilato da un centro di ricerca affiliato allo Stato e sono state rese note da The Epoch Times, un’azienda di informazione con sede a New York.
I dati ricevuti dalla rivista hanno indicato che oltre 7.101 funzionari corrotti sono fuggiti negli Stati Uniti, portando con loro 336 miliardi di yuan (circa 43 miliardi di euro). Gli USA rimangono ad oggi la destinazione preferita per i dirigenti cinesi in fuga, ma i Paesi con regolamentazione più morbida in materia di immigrazione (Cambogia, Thailandia e Birmania per esempio) sono popolari tra i burocrati di livello inferiore.
venerdì 20 luglio 2012
Il ridimensionamento del mercato immobiliare
Secondo quanto riportato dal Financial Times, la ripresa economica è prevista per la seconda metà dell’anno. Fondamentale sarà il ruolo del settore immobiliare.
Il settore immobiliare è stato, ed è tuttora, uno dei pesi maggiori per la crescita economica della Cina. Se per molti anni questo settore ha rappresentato un vero e proprio Eldorado per gli investitori stranieri, oggi le cose sono drasticamente cambiate.
Ci sono però delle novità. L’aumento dei prezzi delle abitazioni, voluto dal Governo e registrato lo scorso giugno, può essere considerato come un segnale di ripresa dell’economia cinese che, nella seconda metà dell’anno, tornerà a riprendersi e a dimenticare lo slowdown di questa prima metà anno.
Dati alla mano, delle 70 città tracciate dall’indagine dell’Ufficio Statistiche Cinese, 25 hanno registrato un aumento mensile dei prezzi degli immobili, per 24 città non c’è stata alcuna variazione mentre in 21 città i prezzi sono scesi. Nello specifico: Pechino ha visto un aumento dello 0.3%, Shanghai e Guangzhou dello 0.2%.
È parere comunque di molti esperti che la bolla immobiliare cinese sarà destinata a scoppiare. Secondo alcune previsioni ci saranno due crolli, con il primo che si verificherà probabilmente tra il 2013-2015 ed il secondo intorno al 2025, dopo il quale i prezzi non torneranno mai più ai livelli precedenti.
Il settore immobiliare è stato, ed è tuttora, uno dei pesi maggiori per la crescita economica della Cina. Se per molti anni questo settore ha rappresentato un vero e proprio Eldorado per gli investitori stranieri, oggi le cose sono drasticamente cambiate.
Ci sono però delle novità. L’aumento dei prezzi delle abitazioni, voluto dal Governo e registrato lo scorso giugno, può essere considerato come un segnale di ripresa dell’economia cinese che, nella seconda metà dell’anno, tornerà a riprendersi e a dimenticare lo slowdown di questa prima metà anno.
Dati alla mano, delle 70 città tracciate dall’indagine dell’Ufficio Statistiche Cinese, 25 hanno registrato un aumento mensile dei prezzi degli immobili, per 24 città non c’è stata alcuna variazione mentre in 21 città i prezzi sono scesi. Nello specifico: Pechino ha visto un aumento dello 0.3%, Shanghai e Guangzhou dello 0.2%.
È parere comunque di molti esperti che la bolla immobiliare cinese sarà destinata a scoppiare. Secondo alcune previsioni ci saranno due crolli, con il primo che si verificherà probabilmente tra il 2013-2015 ed il secondo intorno al 2025, dopo il quale i prezzi non torneranno mai più ai livelli precedenti.
giovedì 19 luglio 2012
Inter…nazionale con occhio alla Cina
Il presidente dell’Internazionale F.C., Massimo Moratti, sta valutando nuove strategie cinesi per poter investire in tempi di fair play finanziario.
Sono passati esattamente sette anni da quando sulle maglie dell’Internazionale F.C. comparve per la prima volta una sponsorizzazione scritta in cinese. L’'iniziativa, si disse al tempo, nasceva come tributo ai tanti tifosi interisti residenti nell'Impero di mezzo.
Oggi gli scenari mondiali dell’economia e del calcio sono totalmente cambiati. Le regole del fair play finanziario impongono alle società sportive di aumentare i propri introiti al fine di poter avere più denaro da investire.
Serve dunque un rilancio del marchio, anche se in Italia la legge che li tutela è ben lontana dall'essere approvata. La possibilità di un ingresso di un azionista di minoranza, che potrebbe arrivare da Oriente, si è fatta strada negli ultimi tre mesi, mentre sono state scartate le ipotesi che portano ad un coinvolgimento di soggetti russi o dall’Indonesia. L'opzione migliore resta quindi quella cinese, dove l'Inter gode di grandissima popolarità.
Contemporaneamente, dopo l'incontro fra Moratti e il presidente della Crcc, Meng Fengchao, sembra sempre più vicina la possibilità della costruzione di un nuovo stadio di proprietà per la società nerazzurra.
Il progetto avrà però, in ogni caso, tempi di realizzazione molto lunghi: almeno un anno dal momento della firma per avviare la costruzione del nuovo impianto; due o tre anni per la realizzazione. In ogni caso si andrà oltre il 2015, l'anno dell'Expo.
Sono passati esattamente sette anni da quando sulle maglie dell’Internazionale F.C. comparve per la prima volta una sponsorizzazione scritta in cinese. L’'iniziativa, si disse al tempo, nasceva come tributo ai tanti tifosi interisti residenti nell'Impero di mezzo.
Oggi gli scenari mondiali dell’economia e del calcio sono totalmente cambiati. Le regole del fair play finanziario impongono alle società sportive di aumentare i propri introiti al fine di poter avere più denaro da investire.
Serve dunque un rilancio del marchio, anche se in Italia la legge che li tutela è ben lontana dall'essere approvata. La possibilità di un ingresso di un azionista di minoranza, che potrebbe arrivare da Oriente, si è fatta strada negli ultimi tre mesi, mentre sono state scartate le ipotesi che portano ad un coinvolgimento di soggetti russi o dall’Indonesia. L'opzione migliore resta quindi quella cinese, dove l'Inter gode di grandissima popolarità.
Contemporaneamente, dopo l'incontro fra Moratti e il presidente della Crcc, Meng Fengchao, sembra sempre più vicina la possibilità della costruzione di un nuovo stadio di proprietà per la società nerazzurra.
Il progetto avrà però, in ogni caso, tempi di realizzazione molto lunghi: almeno un anno dal momento della firma per avviare la costruzione del nuovo impianto; due o tre anni per la realizzazione. In ogni caso si andrà oltre il 2015, l'anno dell'Expo.
mercoledì 18 luglio 2012
Mercato del lavoro in Cina
Il premier della Cina Wen Jiabao ha lanciato un
inconsueto monito sulle prospettive del mercato del lavoro nel gigantesco
paese: “D'ora in avanti, in Cina l'occupazione diventerà più complicata e
difficile”.
Con un comunicato stampa apparso sul portale internet del governo, il premier Wen Jiabao ha lanciato un monito sulle prospettive del mercato del lavoro cinese, ricordando che nell’ultimo decennio la Cina ha creato oltre 100 milioni di posti di lavoro. Ora la situazione è ben più complicata e le previsioni non sono delle più rosee. “Realizzare la piena occupazione è molto complicato, ma ci dobbiamo lavorare in maniera più sostenuta. Aumentando la creazione di posti di lavoro, miglioriamo la vita della popolazione dandogli un senso di sicurezza”. Queste le parole del premier che vedono dunque nel lavoro la massima priorità del governo e del partito comunista.
La missione ora è quella di sostenere lo sviluppo delle piccole imprese, principali motori della creazione di lavoro, per promuovere attivamente l'imprenditoria e rafforzare così il mercato del lavoro.
La missione ora è quella di sostenere lo sviluppo delle piccole imprese, principali motori della creazione di lavoro, per promuovere attivamente l'imprenditoria e rafforzare così il mercato del lavoro.
martedì 17 luglio 2012
In calo gli investimenti stranieri in Cina
Gli investimenti diretti stranieri, dopo aver stabilito il record di tutti i tempi a 124 miliardi di dollari nel 2011, sono in flessione da sei mesi consecutivi.
Il governo di Pechino ha comunicato di aver attirato, nel primo semestre 2012, 59 miliardi di dollari di investimenti diretti da tutto il mondo con un netto calo del 5,9% in un anno.
Il gigante asiatico ha perso il 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Stando ai dati pubblicati oggi, l'Unione europea è però in controtendenza: nei primi sei mesi del 2012 essa ha investito 3,52 miliardi di dollari in Cina, con un incremento dell'1,6% rispetto al 2011.
È normale che, per attirare più capitali, Pechino sta studiando delle facilitazioni per le società estere: tra queste l’intenzione di ridurre la tassazione sui dividendi che le stesse rimpatriano alla fine di ogni esercizio nei Paesi d'origine. Ciò porterebbe ad enormi risparmi.
“Quest'anno i flussi degli investimenti diretti stranieri resteranno stabili” ha dichiarato ieri il viceministro del Commercio, Chao Wang. “Le misure varate di recente dal Governo per sostenere la crescita e stimolare i consumi stabilizzeranno presto la nostra economia, e così gli investitori stranieri torneranno ad aver fiducia sulla Cina”.
Il governo di Pechino ha comunicato di aver attirato, nel primo semestre 2012, 59 miliardi di dollari di investimenti diretti da tutto il mondo con un netto calo del 5,9% in un anno.
Il gigante asiatico ha perso il 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Stando ai dati pubblicati oggi, l'Unione europea è però in controtendenza: nei primi sei mesi del 2012 essa ha investito 3,52 miliardi di dollari in Cina, con un incremento dell'1,6% rispetto al 2011.
È normale che, per attirare più capitali, Pechino sta studiando delle facilitazioni per le società estere: tra queste l’intenzione di ridurre la tassazione sui dividendi che le stesse rimpatriano alla fine di ogni esercizio nei Paesi d'origine. Ciò porterebbe ad enormi risparmi.
“Quest'anno i flussi degli investimenti diretti stranieri resteranno stabili” ha dichiarato ieri il viceministro del Commercio, Chao Wang. “Le misure varate di recente dal Governo per sostenere la crescita e stimolare i consumi stabilizzeranno presto la nostra economia, e così gli investitori stranieri torneranno ad aver fiducia sulla Cina”.
lunedì 16 luglio 2012
Accordi cinesi per Ansaldo STS
Ansaldo STS ha firmato con CNR Dalian, società di diritto cinese, e General Resources Company, società di diritto taiwanese, un accordo strategico relativo alla concessione in licenza della tecnologia TramWave alla joint venture che sarà formata dalle stesse aziende.
È stato siglato nella giornata di ieri nella città di Dalian un importante accordo tra l’Ansaldo STS, la CNR Dalian e la General Resources Company.
“Un punto di partenza ideale per sviluppare collaborazioni più estese nel segmento mass transit con le stesse società partner”. Così Ansaldo STS ha definito la concessione in licenza della tecnologia TramWave alla joint venture che sarà formata dalle stesse aziende. TramWave è la nuova soluzione di alimentazione elettrica (priva di catenaria) ideata e brevettata dalla società del Gruppo Finmeccanica, che tende a incentivare il trasporto urbano togliendo l’impatto visivo delle tradizionali catenarie aeree a sospensione.
Un’opportunità importante dunque per la società italiana che intende ora esplorare il mercato cinese; Ansaldo STS supporterà infatti i futuri piani di sviluppo cinesi nel campo delle infrastrutture di trasporto urbano sostenibili e carbon-free.
Il mercato tranviario cinese è oggi in forte crescita, vista anche la crescente domanda di trasporto e i considerevoli investimenti pianificati dal governo del Paese.
È stato siglato nella giornata di ieri nella città di Dalian un importante accordo tra l’Ansaldo STS, la CNR Dalian e la General Resources Company.
“Un punto di partenza ideale per sviluppare collaborazioni più estese nel segmento mass transit con le stesse società partner”. Così Ansaldo STS ha definito la concessione in licenza della tecnologia TramWave alla joint venture che sarà formata dalle stesse aziende. TramWave è la nuova soluzione di alimentazione elettrica (priva di catenaria) ideata e brevettata dalla società del Gruppo Finmeccanica, che tende a incentivare il trasporto urbano togliendo l’impatto visivo delle tradizionali catenarie aeree a sospensione.
Un’opportunità importante dunque per la società italiana che intende ora esplorare il mercato cinese; Ansaldo STS supporterà infatti i futuri piani di sviluppo cinesi nel campo delle infrastrutture di trasporto urbano sostenibili e carbon-free.
Il mercato tranviario cinese è oggi in forte crescita, vista anche la crescente domanda di trasporto e i considerevoli investimenti pianificati dal governo del Paese.
venerdì 13 luglio 2012
Crescita cinese ai minimi degli ultimi 3 anni
Come ampiamente previsto, la Cina rallenta la
corsa. Nel secondo trimestre del 2012 il PIL ha registrato un incremento del
7,6%, il peggior risultato dal 2009.
A ogni modo, le ragioni del risultato odierno si possono riassumere in due punti fondamentali: il calo delle esportazioni (legato alla debolezza della domanda mondiale) e il ridimensionamento del settore immobiliare.
Il peggio, comunque, dovrebbe essere passato. Tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che tra aprile e giugno l'economia del Paese abbia toccato il fondo e che, grazie alle politiche fiscali espansive messe in atto di recente dal governo, nel terzo trimestre la congiuntura del gigante asiatico dovrebbe stabilizzarsi, per poi riprendere a crescere a un tasso superiore all'8% nell'ultima parte dell'anno.
Sicuramente ora il Paese non dovrà cadere nella trappola della liquidità e dovrà evitare di gonfiare ulteriormente la bolla immobiliare della quale, alcuni esperti, si aspettano l'esplosione da un momento all'altro.
Sarà necessario, in seguito, reggere all'indebitamento degli enti locali e correggere le forti diseconomie del sistema industriale.
Una sfida importante che il Premier Wen Jiabao dovrà affrontare con la consapevolezza che questa congiuntura economica è tra le più complesse verificatasi negli ultimi trenta anni.
In linea con le previsioni degli
analisti sono stati resi noti i dati relativi al PIL della Cina nel secondo
trimestre del 2012. Senza troppe sorprese arriva la conferma del peggior
risultato dall'inizio del 2009: un incremento che ferma la sua corsa al 7,6%.
Già a marzo era chiaro che Pechino non sarebbe
riuscita a raggiungere la quota dell'8% di crescita annuale (punto di
equilibrio); la riduzione dell'obiettivo annuale al 7,5% ne era stata una
chiara indicazione.A ogni modo, le ragioni del risultato odierno si possono riassumere in due punti fondamentali: il calo delle esportazioni (legato alla debolezza della domanda mondiale) e il ridimensionamento del settore immobiliare.
Il peggio, comunque, dovrebbe essere passato. Tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che tra aprile e giugno l'economia del Paese abbia toccato il fondo e che, grazie alle politiche fiscali espansive messe in atto di recente dal governo, nel terzo trimestre la congiuntura del gigante asiatico dovrebbe stabilizzarsi, per poi riprendere a crescere a un tasso superiore all'8% nell'ultima parte dell'anno.
Sicuramente ora il Paese non dovrà cadere nella trappola della liquidità e dovrà evitare di gonfiare ulteriormente la bolla immobiliare della quale, alcuni esperti, si aspettano l'esplosione da un momento all'altro.
Sarà necessario, in seguito, reggere all'indebitamento degli enti locali e correggere le forti diseconomie del sistema industriale.
Una sfida importante che il Premier Wen Jiabao dovrà affrontare con la consapevolezza che questa congiuntura economica è tra le più complesse verificatasi negli ultimi trenta anni.
giovedì 12 luglio 2012
In calo le vendite auto nel primo semestre
Si conferma il trend negativo registrato nei primi tre mesi. Nel primo semestre del 2012 rallenta ancora la vendita di auto in Cina con un tasso di crescita del 2,9%.
Sono stati divulgati nella giornata di ieri i dati relativi alla vendita delle automobili nella Repubblica Popolare Cinese. Secondo quanto riportato da un rapporto della China Association of Automobile Manufacturers si è registrato un netto calo con un tasso di crescita fermo al 2,9% (contro il 3,4% dello scorso anno).
Secondo gli analisti, la diminuzione delle vendite nel settore automobilistico è un normale fattore ricollegabile al generale rallentamento dell'economia cinese unito ad un’eccessiva produzione di veicoli che non viene venduta.
Cui Dongshu, vice segretario della China Passenger Car Association, ha affermato che le aziende, sia di brand automobilistici nazionali che internazionali, ora sperano in aiuti provenienti dal Governo
A ogni modo il mercato dell'auto cinese possiede un importante potenziale di crescita nel medio-lungo termine, al di là dell'andamento di questa prima parte del 2012.
Sono stati divulgati nella giornata di ieri i dati relativi alla vendita delle automobili nella Repubblica Popolare Cinese. Secondo quanto riportato da un rapporto della China Association of Automobile Manufacturers si è registrato un netto calo con un tasso di crescita fermo al 2,9% (contro il 3,4% dello scorso anno).
Secondo gli analisti, la diminuzione delle vendite nel settore automobilistico è un normale fattore ricollegabile al generale rallentamento dell'economia cinese unito ad un’eccessiva produzione di veicoli che non viene venduta.
Cui Dongshu, vice segretario della China Passenger Car Association, ha affermato che le aziende, sia di brand automobilistici nazionali che internazionali, ora sperano in aiuti provenienti dal Governo
A ogni modo il mercato dell'auto cinese possiede un importante potenziale di crescita nel medio-lungo termine, al di là dell'andamento di questa prima parte del 2012.
mercoledì 11 luglio 2012
Magneti Marelli apre stabilimento a Changsha
L’azienda di Corbetta ha ufficialmente avviato un nuovo
stabilimento a Changsha dove realizzerà sistemi di scarico destinati alla GAC
Fiat.
Contemporaneamente all’inaugurazione
del nuovo stabilimento GAC Fiat è stato avviato un nuovo impianto della Magneti
Marelli a Changsha. Il nuovo sito, che sorge proprio nel parco fornitori di GAC
Fiat occupa un'area di 21mila metri quadrati e avrà un organico di oltre 200
persone in grado di produrre fino a 300mila sistemi l'anno.
A Chansha verranno prodotti sistemi
completi di scarico sulla base del consolidato know how di Magneti Marelli nel
settore, che in Cina ha già costituito dal 2000 una base produttiva a Shanghai
per servire i clienti locali.
Queste le parole di Eugenio Razelli, CEO
di Magneti Marelli: "Siamo lieti di
contribuire all'avvio dell'iniziativa industriale della JV GAC Fiat in Cina con
un moderno sito produttivo che allarga ulteriormente la nostra presenza in
Cina, in un settore rilevante per l'automotive. Anche in questa iniziativa
portiamo il nostro know-how ed esperienza maturati sul mercato cinese dal 1996,
attraverso crescita costante nel business, nei settori di presenza e
nell'offerta di tecnologie evolute, mirate al mercato locale".
martedì 10 luglio 2012
In giugno cresce l'export
Secondo i dati delle Dogane cinesi lo scorso mese si è
registrato un aumento dell’11,3% annuo per quanto riguarda l’export con un +42,9%
per l’eccedenza commerciale.
La Bilancia Commerciale cinese ha fatto
registrare a giugno un surplus di 31,73 miliardi di dollari, dato superiore alle
attese degli esperti che prevedevano il raggiungimento di 24 miliardi. I motivi di questo “successo” sono
però da leggere nella crescita più lenta fatta registrare dall'import. Se
infatti le esportazioni sono cresciute dell'11,3% su base annuale, le importazioni
sono salite di un modesto 6,7% ben inferiore alle attese pari a +11%. Nel
complesso le esportazioni cinesi in giugno sono ammontate a 180,21 miliardi di
dollari, portando il saldo del primo semestre a 954,38 miliardi: (+9,2% in più
rispetto al 2011). Nei primi sei mesi dell’anno le importazioni della Cina hanno raggiunto gli 885,46 miliardi.
Questo ultimo dato, considerate dunque
le previsioni ben più rosee, mostra un preoccupante rallentamento
dell'economia, fattore che sta di fatto innervosendo i mercati azionari
asiatici.lunedì 9 luglio 2012
Inflazione cinese ai minimi
In Cina l’inflazione ha subito un calo al 2.2%. Il
Premier Wen Jiabao fa sapere: l’economia è a rischio, c’è bisogno di
intervenire per stimolare e far ripartire il Paese.
Dopo il taglio di interessi della scorsa settimana da parte della Banca Centrale Cinese, il Premier Wen Jiabao ha detto che il governo cercherà di adottare nuove misure, mirate ad aumentare gli investimenti nel settore pubblico al fine di stabilizzare l’economia.
"Il momentum dell’economia del nostro paese è, in generale, stabile al momento, ma per evitare il down è necessario intensificare tutte le misure preventive" ha detto il Premier cinese, sottolineando come il governo si impegnerà a fornire "maggiori investimenti nel settore pubblico, durante i prossimi mesi".
L'inflazione cinese a giugno è calata
al 2,2% su base annua, con meno tre punti percentuali rispetto al mese di
maggio e il peggior valore rilevato negli ultimi 29 mesi.
Il dato, che per l'intero primo
semestre si attesta al 3,3%, da una parte è inferiore al tetto massimo fissato
dal Governo (4%), dall'altro dimostra che la crescita dell’economia sta attraversando
un periodo di rallentamento. Su base mensile (cioè
rispetto a maggio), l'inflazione di giugno è addirittura calata dello 0,6%. Dopo il taglio di interessi della scorsa settimana da parte della Banca Centrale Cinese, il Premier Wen Jiabao ha detto che il governo cercherà di adottare nuove misure, mirate ad aumentare gli investimenti nel settore pubblico al fine di stabilizzare l’economia.
"Il momentum dell’economia del nostro paese è, in generale, stabile al momento, ma per evitare il down è necessario intensificare tutte le misure preventive" ha detto il Premier cinese, sottolineando come il governo si impegnerà a fornire "maggiori investimenti nel settore pubblico, durante i prossimi mesi".
venerdì 6 luglio 2012
Cina: calano i prestiti bancari
Un ulteriore segnale del rallentamento dell’economia cinese.
Secondo i dati pubblicati da Caixin Online, autorevole gruppo di informazione economica, le quattro grandi banche del Dragone (Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, China Constraction Bank e Agricultural Bank of China) hanno ridotto i prestiti nel mese di giugno: 190 miliardi di yuan (circa 23 miliardi di euro) contro i 250 miliardi erogati nel mese precedente (pari a 31 miliardi di euro).
Segnali di inceppamento della macchina del credito cinese erano apparsi già ad inizio anno ma ora la situazione è diversa. Se infatti nei mesi scorsi il calo dei nuovi prestiti era pilotato dal governo, desideroso di porre un freno al boom dei prestiti facili del biennio 2009-2011 e tagliare così l’inflazione, adesso sono le aziende che, a causa degli scarsi profitti e dell’elevato costo del capitale, usano maggiore prudenza.
La riduzione dei prestiti bancari, la prima dal 2008, costituisce un preoccupante sintomo dell’affanno dell’economia cinese che è cresciuta nel primo trimestre del 2012, solo dell’ 8,1%, registrando il più timido aumento di PIL degli ultimi 3 anni.
Secondo i dati pubblicati da Caixin Online, autorevole gruppo di informazione economica, le quattro grandi banche del Dragone (Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, China Constraction Bank e Agricultural Bank of China) hanno ridotto i prestiti nel mese di giugno: 190 miliardi di yuan (circa 23 miliardi di euro) contro i 250 miliardi erogati nel mese precedente (pari a 31 miliardi di euro).
Segnali di inceppamento della macchina del credito cinese erano apparsi già ad inizio anno ma ora la situazione è diversa. Se infatti nei mesi scorsi il calo dei nuovi prestiti era pilotato dal governo, desideroso di porre un freno al boom dei prestiti facili del biennio 2009-2011 e tagliare così l’inflazione, adesso sono le aziende che, a causa degli scarsi profitti e dell’elevato costo del capitale, usano maggiore prudenza.
La riduzione dei prestiti bancari, la prima dal 2008, costituisce un preoccupante sintomo dell’affanno dell’economia cinese che è cresciuta nel primo trimestre del 2012, solo dell’ 8,1%, registrando il più timido aumento di PIL degli ultimi 3 anni.
giovedì 5 luglio 2012
La Cina al secondo taglio del costo del denaro in un mese
Ancora un taglio del costo del denaro da parte della
People's Bank of China (Pboc).
Questa seconda revisione dei tagli rappresenta una scelta molto particolare, che ne fa dedurre che i problemi dell’industria cinese e dell’economia reale in generale, sono attualmente molto seri.
Seguendo quanto approvato dalla Banca
centrale europea che ha tagliato i tassi d’interesse di un quarto di punto portandoli
dall’1% allo 0,75% (nuovo minimo storico), la People's Bank of China (Pboc) ha
annunciato che il tasso sui prestiti scenderà nuovamente dello 0,31%.
Ad un mese esatto dalla prima
sforbiciata dal 2008 infatti, la Banca Centrale cinese ha annunciato che a
partire dal prossimo 6 luglio il tasso sui prestiti arriverà al 6% mentre
quello sui depositi si attesterà al 3%, lo 0,25% in meno rispetto al livello
fissato lo scorso 7 giugno.Questa seconda revisione dei tagli rappresenta una scelta molto particolare, che ne fa dedurre che i problemi dell’industria cinese e dell’economia reale in generale, sono attualmente molto seri.
mercoledì 4 luglio 2012
Export alimentare italiano al +48%
In particolare nel comparto del cioccolato, l’Italia è nettamente
al primo posto. Buona anche la posizione per pasta, olio, vino e caffè.
Nel 2011 l'enogastronomia italiana ha esportato in Cina per 276 milioni di dollari, in crescita del 48% rispetto al 2010 e si trova al terzo posto, dopo Francia e Australia, nelle fornitura di prodotti tipici agroalimentari e vinicoli, con una quota del 10,4%.
Nel frattempo la presenza di importanti manifestazioni di settore (su tutte SIAL China 2012 tenutasi a Shanghai lo scorso maggio) permettono alle nostre aziende italiane di entrare in contatto con i principali operatori nei settori di catering, hotel e servizi di ristorazione.
Occasioni privilegiate per incontrare gli importatori asiatici e per promuovere i propri prodotti sul mercato in maggiore espansione nel mondo.
Nel 2011 l'enogastronomia italiana ha esportato in Cina per 276 milioni di dollari, in crescita del 48% rispetto al 2010 e si trova al terzo posto, dopo Francia e Australia, nelle fornitura di prodotti tipici agroalimentari e vinicoli, con una quota del 10,4%.
Nel frattempo la presenza di importanti manifestazioni di settore (su tutte SIAL China 2012 tenutasi a Shanghai lo scorso maggio) permettono alle nostre aziende italiane di entrare in contatto con i principali operatori nei settori di catering, hotel e servizi di ristorazione.
Occasioni privilegiate per incontrare gli importatori asiatici e per promuovere i propri prodotti sul mercato in maggiore espansione nel mondo.
martedì 3 luglio 2012
La Fiat Viaggio è realtà
È stato inaugurato lo scorso 28 giugno a Changsha,
nella provincia cinese di Hunan, il nuovo stabilimento GAC Fiat.
La nuova berlina Viaggio arriverà in più di 90 concessionari e 125 saloni alla fine dell'anno, attraverso una rete che nasce anch'essa dall'accordo con la GAC. La fabbrica GAC-Fiat occupa oggi una superficie di 730 mila metri quadrati, ed è il frutto di un investimento complessivo di 5 miliardi di renminbi (oltre 630 milioni di euro) e a regime avrà una capacità produttiva di 300 mila vetture all'anno. L'accordo di joint venture è stato siglato a marzo 2010 con un investimento complessivo di 5 miliardi di renminbi cinesi.
Queste le parole di Marchionne: “In futuro lo stabilimento di Changsha potrebbe produrre anche per l'Europa. L'impianto industriale di Changsha è dotato di una struttura che può produrre per tutto il mondo. Sicuramente parte del volume che produrremo qui sarà destinata all'export e credo che una parte arriverà in Europa”.
Nato da una joint venture tra l’azienda
italiana e la Gac (Guangzhou Automobile Group), è stato inaugurato lo scorso 28
giugno a Changsha un nuovo stabilimento che permetterà la realizzazione della
nuova berlina Viaggio, il primo modello Fiat prodotto in Cina.
Hanno preso parte alla cerimonia Sergio
Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Presidente e Amministratore
Delegato di Chrysler, Michael Manley, COO del Gruppo per l'area APAC, Zhang
Fangyou, Presidente di Guangzhou Automobile Group Corporation (GAC), Jack Cheng,
Direttore Generale di GAC Fiat e Jiang Ping, Vice-Direttore Generale di GAC
Fiat. La nuova berlina Viaggio arriverà in più di 90 concessionari e 125 saloni alla fine dell'anno, attraverso una rete che nasce anch'essa dall'accordo con la GAC. La fabbrica GAC-Fiat occupa oggi una superficie di 730 mila metri quadrati, ed è il frutto di un investimento complessivo di 5 miliardi di renminbi (oltre 630 milioni di euro) e a regime avrà una capacità produttiva di 300 mila vetture all'anno. L'accordo di joint venture è stato siglato a marzo 2010 con un investimento complessivo di 5 miliardi di renminbi cinesi.
Queste le parole di Marchionne: “In futuro lo stabilimento di Changsha potrebbe produrre anche per l'Europa. L'impianto industriale di Changsha è dotato di una struttura che può produrre per tutto il mondo. Sicuramente parte del volume che produrremo qui sarà destinata all'export e credo che una parte arriverà in Europa”.
lunedì 2 luglio 2012
Cala il settore manifatturiero
In netto calo l’indice dell’industria manifatturiera in
Cina nel mese di giugno.
In crisi dunque l'export così come si sono dimezzati i nuovi ordini. Anche l’inflazione dovrebbe continuare a scendere e a giugno il dato dovrebbe essere del 2,3% rispetto al 3% di maggio, dato quello del quinto mese dell’anno, che comunque dovrebbe essere quello medio annuale.
La federazione cinese di logistica e
acquisti conferma che nel mese di giugno l’indice dell’attività dell’industria
manifatturiera in Cina è sceso al livello più basso degli ultimi sette mesi,
arrivando al 50,2%. A maggio l’indice era del 50,4%. Se il dato dovesse
scendere sotto il 50% significherebbe una contrazione della produzione e secondo
gli analisti, la discesa dell’indice dimostra che l’economia cinese ha
rallentato il suo ritmo di crescita, che per il 2012 sarà, secondo le
previsioni tra il 7,5 e l’ 8,5%. Il dato appena diffuso non si discosta di
molto da quello della banca Hsbc diffuso qualche settimana fa.
"Le attività manifatturiere si sono
indebolite ancora in maggio – affermava il capo economista della banca Hsbc, Qu
Hongbin - riflettendo il deterioramento delle situazione sul fronte
dell'export. Questo richiede una politica di riduzione del costo del denaro più
aggressiva visto che l'inflazione continua a rallentare".In crisi dunque l'export così come si sono dimezzati i nuovi ordini. Anche l’inflazione dovrebbe continuare a scendere e a giugno il dato dovrebbe essere del 2,3% rispetto al 3% di maggio, dato quello del quinto mese dell’anno, che comunque dovrebbe essere quello medio annuale.
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