I leader di Cina, Sudcorea e Giappone hanno deciso di iniziare i negoziati per la creazione di una zona di libero scambio fra i tre Paesi.
Il commercio fra Cina, Sudcorea e Giappone è passato dai 130 miliardi di dollari Usa segnati nel 1999, ai 690 miliardi registrati l’anno scorso. Ora, i leader dei tre Paesi hanno deciso di iniziare i negoziati per una zona di libero scambio, per “scatenare la vitalità economica della regione e dare una forte spinta all'integrazione economica dell'Asia dell'Est”, come ha dichiarato Wen Jiabao. Quest’ultimo, l'omologo giapponese Yoshihiko Noda, e il presidente coreano Lee Myung Bak hanno firmato un accordo trilaterale per investimenti reciproci, che dovrebbe rendere “la regione Asia-Pacifico il centro della crescita del mondo”, come ha affermato Noda.
L'idea di una zona di libero mercato, che metterebbe insieme un mercato di oltre 1,5 miliardi di persone, si è imposta a causa della crisi economica europea e Usa, delle politiche protezionistiche adottate da alcuni Paesi e per i molti “elementi instabili” che dureranno a lungo. Secondo la Xinhua, tale accordo farebbe crescere il Pil cinese del 3%, quello coreano del 3,1% e dello 0,5% quello giapponese.
Il commercio fra Cina, Sudcorea e Giappone è passato dai 130 miliardi di dollari Usa segnati nel 1999, ai 690 miliardi registrati l’anno scorso. Ora, i leader dei tre Paesi hanno deciso di iniziare i negoziati per una zona di libero scambio, per “scatenare la vitalità economica della regione e dare una forte spinta all'integrazione economica dell'Asia dell'Est”, come ha dichiarato Wen Jiabao. Quest’ultimo, l'omologo giapponese Yoshihiko Noda, e il presidente coreano Lee Myung Bak hanno firmato un accordo trilaterale per investimenti reciproci, che dovrebbe rendere “la regione Asia-Pacifico il centro della crescita del mondo”, come ha affermato Noda.
L'idea di una zona di libero mercato, che metterebbe insieme un mercato di oltre 1,5 miliardi di persone, si è imposta a causa della crisi economica europea e Usa, delle politiche protezionistiche adottate da alcuni Paesi e per i molti “elementi instabili” che dureranno a lungo. Secondo la Xinhua, tale accordo farebbe crescere il Pil cinese del 3%, quello coreano del 3,1% e dello 0,5% quello giapponese.
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