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lunedì 28 maggio 2012

La mancata crescita cinese

La Banca Mondiale è sempre più pessimista circa le potenzialità di crescita della Cina.

Attualmente, i problemi più gravi per la Cina riguardano il ristagno delle importazioni dall’estero e l’incertezza sulla solidità del mercato immobiliare interno.
Gli esperti dell’Ocse e del Fondo Monetario Internazionale concordano relativamente alla nuova stima sull’andamento del Pil cinese, che è stata portata dall’8,5 all’8,2%: si tratta di un livello di crescita pericolosamente basso, il più basso dall’ultimo decennio, e si teme che possa incidere negativamente sull’andamento generale dei mercati del Sudest asiatico, già in difficoltà a causa della turbolenza finanziaria internazionale.
Gli esperti di Washington ritengono che l’economia della Repubblica popolare non sia davvero in grave in difficoltà: dal loro punto di vista con qualche piccola modifica nella strategia monetaria e fiscale - da valutare con molta massima attenzione al fine di evitare che ne risentano inflazione e debito pubblico - consentirebbe al Paese di risollevarsi entro un anno.
Non è chiaro se il Partito condivida o meno questo tipo di strategia, tuttavia è possibile che la Banca Mondiale abbia indicato la sua soluzione per il rallentamento della crescita - una politica fiscale che stimoli i consumi e la riduzione degli investimenti in infrastrutture - dopo aver appreso che il Governo di Pechino intende approvare un nuovo piano per combattere la recessione principalmente focalizzato proprio su queste ultime.

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