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martedì 15 maggio 2012

Emissioni aerei: Cina “indisciplinata”

Uno degli obblighi del sistema Ue prevede che le compagnie aeree comunichino i dati sulle emissioni prodotte: tra dieci vettori che non hanno ancora provveduto otto sono cinesi.

Proseguono i negoziati nell'ambito dell'organizzazione internazionale dell'aviazione civile (Icao), al fine di raggiungere un accordo globale per ridurre le emissioni di CO2 prodotte dal settore. Tuttavia, Cina e India non si attengono alle regole europee che impongono alle compagnie aeree attive nell'Unione una tassa sulle emissioni di CO2. Oggi a Bruxelles, il commissario Ue al Clima, Connie Hedegaard, ha infatti dichiarato che tra le dieci compagnie che non hanno ancora comunicato i dati relativi alle emissioni prodotte, otto sono cinesi e due indiane: “Le compagnie cinesi e indiane sono l'unica eccezione e rappresentano meno del 3% delle emissioni totali” di gas serra prodotte dai voli da e per l'Ue, mentre “le compagnie degli altri paesi hanno già fatto rapporto entro il 31 marzo, incluse quelle di Usa, Canada, Russia, Brasile, Messico, Sudafrica, Giappone, Qatar, Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti”.
La commissaria ha poi affermato che, in caso di omessa comunicazione entro la nuova scadenza (giugno), “spetta ai singoli stati membri decidere se dare accesso alle compagnie aeree ed eventualmente applicare sanzioni, che variano da paese a paese”.
Gli analisti della Deutsche Bank ritengono che non ci saranno penalizzazioni, almeno in un primo momento, mentre una maggiore severità potrebbe scattare dal prossimo anno; la Germania, in particolare, starebbe pensando di aggirare il problema offrendo alle due compagnie aeree cinesi che operano sul suo territorio un pacchetto di permessi di emissione a sua disposizione.

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