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lunedì 5 luglio 2010

Segnali di crisi per il settore immobiliare cinese

Secondo Michael Klibaner, responsabile dell’ufficio studi della filiale cinese della prestigiosa società di consulenza Jones Lang LaSalle, i prezzi delle case cinesi sono destinati a scendere del 20%. L’analista ha evidenziato che, a differenza di quanto avviene nel mercato immobiliare anglosassone e in quello spagnolo - che negli anni recenti si sono caratterizzati per un abbondante ricorso all’indebitamento – in quello cinese gli acquisti in contanti prevalgono sulle sottoscrizioni di mutui.
Tale tesi, tuttavia, è in disaccordo con quanto previsto da Kenneth Rogoff della Harvard University, ex capo economista del Fmi: secondo lo studioso la velocità di sviluppo della Cina sarebbe eccessiva e il Paese si troverebbe ora in uno stato di “collasso della proprietà” che potrebbe colpire il sistema bancario nazionale. Gli investitori sembrano confermare tali teorie, tant’è vero che l’indice della borsa di Shanghai è sceso al livello più basso da un anno a questa parte.
Gli indici dei prezzi di vendita degli edifici in 70 città cinesi medio-grandi sono aumentati del 12,4% su base annua nel mese di maggio e a Shanghai – città benchmark in Cina – i prezzi delle nuove case, nel primo semestre di quest’anno, sono aumentati del 48% rispetto all’anno precedente. Inoltre, anche a causa delle misure governative adottate per raffreddare il mercato immobiliare, a Shanghai le vendite di nuove case sono scese del 70% negli ultimi 12 mesi: secondo Real Estate Information Services nel primo semestre del’anno sono stati venduti 3,57 milioni di metri quadrati di residenziale, mentre, un anno prima, ne erano stati venduti 8,24. Si tratta delle vendite più basse degli ultimi cinque anni.

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