In Cina sono stati arrestati 3 dirigenti della Zijin Mining Group - direttore, vicedirettore e responsabile per la protezione ambientale – ditta leader per la produzione di oro e rame, con l’accusa di essere stati i responsabili di un grave inquinamento che il 3 luglio ha avvelenato una delle maggiori fonti idriche nel Fujian, il fiume Ting, provocando una moria di pesci per oltre 2.300 tonnellate.
La Zijinha ha giustificato il disastro ambientale dicendo si è trattato di un incidente causato dalle forti piogge avrebbero fatto straripare una pozza di liquami. La ditta di Shanghang ha, inoltre, assicurato di aver ripreso il controllo della situazione, ha offerto un indennizzo ai pescatori lesi e ha sospeso la produzione alla miniera.
Tuttavia gli investigatori hanno accertato che, in realtà, dalla pozza sono passati nel Ting 9.100 metri cubi di liquami attraverso “un passaggio costruito in modo illegale”. A giudicare dalla quantità gli esperti ritengono che lo sversamento di liquami nel fiume sia andato avanti per settimane. Inoltre, alcuni pescatori della contea raccontano che già in giugno il fiume ha assunto un colore scuro e che ci sono state morie di pesci.
La ditta avrebbe dovuto depurare i liquami anziché disperderli nell’ambiente. La sua posizione è resa ancor più grave in quanto il fatto è emerso solo a seguito del disastro ambientale: la ditta avrebbe volontariamente taciuto, per almeno 9 giorni, quanto stava avvenendo.Il boom economico cinese è fondato anche sullo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente, che ha causato grave inquinamento alle fonti idriche e al suolo e spesso la polizia e le autorità locali tendono a proteggere anche le aziende cinesi responsabili di simili. Questa volta, invece, le autorità appaiono intenzionate a intervenire e il People’s Daily, portavoce ufficiale del Partito Comunista cinese, ha giudicato molto severamente l’azienda.
La Zijinha ha giustificato il disastro ambientale dicendo si è trattato di un incidente causato dalle forti piogge avrebbero fatto straripare una pozza di liquami. La ditta di Shanghang ha, inoltre, assicurato di aver ripreso il controllo della situazione, ha offerto un indennizzo ai pescatori lesi e ha sospeso la produzione alla miniera.
Tuttavia gli investigatori hanno accertato che, in realtà, dalla pozza sono passati nel Ting 9.100 metri cubi di liquami attraverso “un passaggio costruito in modo illegale”. A giudicare dalla quantità gli esperti ritengono che lo sversamento di liquami nel fiume sia andato avanti per settimane. Inoltre, alcuni pescatori della contea raccontano che già in giugno il fiume ha assunto un colore scuro e che ci sono state morie di pesci.
La ditta avrebbe dovuto depurare i liquami anziché disperderli nell’ambiente. La sua posizione è resa ancor più grave in quanto il fatto è emerso solo a seguito del disastro ambientale: la ditta avrebbe volontariamente taciuto, per almeno 9 giorni, quanto stava avvenendo.Il boom economico cinese è fondato anche sullo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente, che ha causato grave inquinamento alle fonti idriche e al suolo e spesso la polizia e le autorità locali tendono a proteggere anche le aziende cinesi responsabili di simili. Questa volta, invece, le autorità appaiono intenzionate a intervenire e il People’s Daily, portavoce ufficiale del Partito Comunista cinese, ha giudicato molto severamente l’azienda.
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