Pechino sostiene che i media occidentali offrano rappresentazioni distorte circa quanto avviene in Cina e valuta come corrette solo le versioni dei fatti fornite dai propri media, tutti condizionati dal severo controllo delle autorità che li porta spesso ad autocensurarsi preventivamente per non rischiare la chiusura. Come si è potuto vedere attraverso la vicenda Google, anche gli operatori stranieri devono attenersi alle disposizioni del Regime.
L’agenzia di stampa cinese Xinhua, di proprietà dello stato come i principali mezzi d’informazione del Paese, il 1° luglio scorso ha lanciato il suo canale all-news in lingua inglese. Si tratta di China news network corporation (Cnc), che va in onda 24 ore su 24 e presenta parecchie similitudini con l’emittente televisiva statunitense Cnn. Dall’inizio del mese i notiziari e gli approfondimenti di Cnc sono visibili a Hong Kong, entro questa settimana potranno essere ricevuti via satellite in Asia e dal mese prossimo in tutto il mondo.
Cnc, solo nel primo anno di attività, si pone l’obiettivo di raggiungere 50 milioni di spettatori in tutto il mondo per offrire loro un servizio d’informazione più "obiettivo" circa quanto accade in Cina e a livello internazionale. In realtà il governo cinese sta affiancando al potenziamento del suo apparato militare e alla penetrazione commerciale a livello mondiale, un’offensifva mediatica e culturale: in seguito alle critiche ricevute per la gestione degli scontri in Tibet e la repressione violenta delle contestazioni che accompagnarono la marcia della torcia olimpica nel 2008, Pechino ha investito miliardi di dollari per estendere la sua influenza all’estero attraverso il potenziamento dei propri media. Proprio nell’anno delle Olimpiadi, infatti, fu lanciato il programma che avrebbe trasformato la Xinhua da agenzia di stampa a impero multimediale in grado di competere con i leader dell’informazione mondiale.
L’agenzia di stampa cinese Xinhua, di proprietà dello stato come i principali mezzi d’informazione del Paese, il 1° luglio scorso ha lanciato il suo canale all-news in lingua inglese. Si tratta di China news network corporation (Cnc), che va in onda 24 ore su 24 e presenta parecchie similitudini con l’emittente televisiva statunitense Cnn. Dall’inizio del mese i notiziari e gli approfondimenti di Cnc sono visibili a Hong Kong, entro questa settimana potranno essere ricevuti via satellite in Asia e dal mese prossimo in tutto il mondo.
Cnc, solo nel primo anno di attività, si pone l’obiettivo di raggiungere 50 milioni di spettatori in tutto il mondo per offrire loro un servizio d’informazione più "obiettivo" circa quanto accade in Cina e a livello internazionale. In realtà il governo cinese sta affiancando al potenziamento del suo apparato militare e alla penetrazione commerciale a livello mondiale, un’offensifva mediatica e culturale: in seguito alle critiche ricevute per la gestione degli scontri in Tibet e la repressione violenta delle contestazioni che accompagnarono la marcia della torcia olimpica nel 2008, Pechino ha investito miliardi di dollari per estendere la sua influenza all’estero attraverso il potenziamento dei propri media. Proprio nell’anno delle Olimpiadi, infatti, fu lanciato il programma che avrebbe trasformato la Xinhua da agenzia di stampa a impero multimediale in grado di competere con i leader dell’informazione mondiale.
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