Nel secondo trimestre 2010 si è registrato un aumento del PIL cinese 10,3%, un dato buono ma inferiore rispetto all’11,9% del primo trimestre; a ciò si deve aggiungere il tasso di crescita del paese che negli ultimi mesi si è attestato al 7,% contro l’11,4% precedente. Questi dati rappresentano un segnale di leggera frenata dell’economia della Repubblica Popolare Cinese, frenata che già si era intravista con il calo della produzione industriale a giugno (attestatasi al 13,7%). Nonostante ciò, le vendite al dettaglio e gli investimenti nelle aree urbane sono rimasti invariati nell’ultimo periodo e anche l’inflazione ha ripreso a diminuire. Non sono incoraggianti, invece, i dati relativi alla valuta, che, in seguito alla manovra di rivalutazione dello yuan, ha visto un apprezzamento della moneta cinese inferiore all’1% rispetto al dollaro americano.
Il Ministro del Commercio cinese, Chen Deming, ha inoltre affermato che anche il commercio del paese sta attraversando un momento di crisi, causata in particolare dalla riduzione di consumi ed investimenti delle economie europee, ma anche da segnali di rallentamento da parte di paesi come Brasile e India. Si prevede, quindi, che l’export cinese, cresciuto nel giugno scorso del 44%, calerà nell’ultimo semestre dell’anno, arrivando ad una quota pari al 16,3%. A fronte di queste previsioni il Ministro ha comunque confermato che la politica macroeconomica cinese dei prossimi mesi si concentrerà sulla stabilità economica e punterà sullo sviluppo della domanda interna, cresciuta del 17-18% negli ultimi anni.
Più ottimista il commento del rappresentante del Fondo Monetario internazionale per la Cina, Houng Lee, che in una recente intervista ha dichiarato che l’economia cinese è robusta e crescerà ancora nel corso del 2010, nonostante i segnali di rallentamento. Secondo Lee, la frenata economica registrata nel secondo quadrimestre era largamente attesa e probabilmente si registrerà ancora finché resisteranno le situazioni di incertezza locali ed internazionali.
Il Ministro del Commercio cinese, Chen Deming, ha inoltre affermato che anche il commercio del paese sta attraversando un momento di crisi, causata in particolare dalla riduzione di consumi ed investimenti delle economie europee, ma anche da segnali di rallentamento da parte di paesi come Brasile e India. Si prevede, quindi, che l’export cinese, cresciuto nel giugno scorso del 44%, calerà nell’ultimo semestre dell’anno, arrivando ad una quota pari al 16,3%. A fronte di queste previsioni il Ministro ha comunque confermato che la politica macroeconomica cinese dei prossimi mesi si concentrerà sulla stabilità economica e punterà sullo sviluppo della domanda interna, cresciuta del 17-18% negli ultimi anni.
Più ottimista il commento del rappresentante del Fondo Monetario internazionale per la Cina, Houng Lee, che in una recente intervista ha dichiarato che l’economia cinese è robusta e crescerà ancora nel corso del 2010, nonostante i segnali di rallentamento. Secondo Lee, la frenata economica registrata nel secondo quadrimestre era largamente attesa e probabilmente si registrerà ancora finché resisteranno le situazioni di incertezza locali ed internazionali.
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