Violati i diritti dei lavoratori? Dubbi su minorenni al “lavoro” negli stabilimenti della Foxconn.
Il lavoro come integrazione dell’attività scolastica o il lavoro a sostituzione della scuola? È questa la domanda che in questi giorni l’opinione pubblica internazionale si sta ponendo dopo che l’azienda Foxconn ha ammesso che in una delle sue fabbriche hanno lavorato come «stagisti» una cinquantina di minori, dai 14 ai 16 anni, assunti per tre settimane.
La precisazione di Cupertino, per la quale la Foxconn realizza gli iPhone e gli iPad, non ha tardato ad arrivare: “I minori, tra i 14 e i 16 anni, scoperti a lavorare nella megafabbrica cinese della Foxconn a Yantay nel nord-est del Paese, non sono stati impiegati per assemblare i prodotti di Apple”. Giustificazione che lascia aperti molti interrogativi; va ricordato che in Cina l'età minima per lavorare è comunque quella di 16 anni.
A ogni modo, a poche ore da questa notizia, si è appreso che ci sarebbero delle ombre anche sull’attività di stagisti minorenni relativamente all’assemblaggio della Nintendo Wii U.
La denuncia degli “stage illegali”, per cui gli studenti cinesi sono costretti ad abbandonare gli studi per andare in fabbrica pena la bocciatura, era già affiorata negli scorsi mesi. All’epoca un report della Students and Scholars Against corporate Misbehaviour aveva messo in luce il regime militaristico delle fabbriche e l’uso di studenti come operai nelle fabbriche Foxconn di tutto il Paese.
L’azienda di videogames, in un comunicato ufficiale, ha affermato che: “Stiamo investigando sull’accaduto. La nostra policy aziendale è rispettare le leggi che vietano lo sfruttamento del lavoro minorile in tutte le fabbriche dove vengono assemblati prodotti con il marchio Nintendo. Foxconn inclusa”.
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