Il quotidiano China Business News riferisce di una joint venture tra la società francese e la Dongfeng Motor per un investimento di 6 miliardi e mezzo di yuan in un impianto situato nella provincia centrale di Hubei, con una capacità iniziale di 200.000 vetture l'anno.
Stando a quanto riportato nell’edizione di ieri del China Business News, la Renault avrebbe intenzione di creare una joint venture con la Dongfeng Motor, il secondo produttore automobilistico cinese, per la costruzione di vetture nel Paese della Grande Muraglia.
Secondo il giornale cinese, che cita come fonte un anonimo della Dongfeng, le due società avrebbero stabilito di investire insieme 6,5 miliardi di yuan (circa 1 miliardo di dollari) in un impianto nella provincia centrale di Hubei, con una capacita' iniziale di 200 mila auto all'anno.
Dongfeng ad oggi ha già realizzato una joint venture in Cina con Nissan, Honda e PSA/Peugeot-Citroen.
La casa automobilistica francese è uno dei pochi costruttori esteri che non produce auto nel Paese. Lo scorso anno ha visto però crescere del 65% le sue vendite proprio in Cina.
Interpellato sulla vicenda un portavoce della Dongfeng ha affermato di non avere informazioni sul progetto, mentre un portavoce di Renault in Cina non ha voluto commentare la notizia.
Stando sempre all’articolo del China Business News, il chief executive di Renault Greater China Chen Guozhang avrebbe detto che la jv andrebbe ad utilizzare un impianto precedentemente usato da Renault nel 1990 di un proprio partner.
mercoledì 28 novembre 2012
giovedì 22 novembre 2012
La Cina compra in Europa
Nei primi sei mesi del 2012 sono state acquisite 27 società nell’Ue. Lo shopping cinese in Europa non conosce crisi.
Secondo un recente studio nell'Unione europea la Cina ha battuto un nuovo record: sono state infatti sottoscritte 27 acquisizioni di società europee, raggiungendo il livello degli Stati Uniti nel 2011, confermando il trend dello scorso anno (11 miliardi investiti). Nella prima parte dell’anno, ben nove transazioni hanno avuto inoltre un valore superiore a 1 miliardo di dollari.
Il 21,3% delle acquisizioni cinesi riguarda aziende del settore energetico; ben 7 su 27. Poi vengono le società ad alto contenuto tecnologico.
La strategia di Pechino è innanzitutto quella di assicurarsi le tecnologie chiave e il know how da poter importare e diffondere in patria.
Nei primi sei mesi del 2012 le transazioni e le fusioni di società nel Paese sono diminuite del 25% anche se l’attività all'estero è rimasta pressoché stabile (solo -6%).
Nella classifica che tiene conto del giro d'affari, emerge un’altra tendenza: il tentativo di farsi strada usando il cosiddetto soft power. Il 10,9% dei fondi totali, infatti, sono stati investiti in società di media e nell'industria dell'entertainment.
Secondo un recente studio nell'Unione europea la Cina ha battuto un nuovo record: sono state infatti sottoscritte 27 acquisizioni di società europee, raggiungendo il livello degli Stati Uniti nel 2011, confermando il trend dello scorso anno (11 miliardi investiti). Nella prima parte dell’anno, ben nove transazioni hanno avuto inoltre un valore superiore a 1 miliardo di dollari.
Il 21,3% delle acquisizioni cinesi riguarda aziende del settore energetico; ben 7 su 27. Poi vengono le società ad alto contenuto tecnologico.
La strategia di Pechino è innanzitutto quella di assicurarsi le tecnologie chiave e il know how da poter importare e diffondere in patria.
Nei primi sei mesi del 2012 le transazioni e le fusioni di società nel Paese sono diminuite del 25% anche se l’attività all'estero è rimasta pressoché stabile (solo -6%).
Nella classifica che tiene conto del giro d'affari, emerge un’altra tendenza: il tentativo di farsi strada usando il cosiddetto soft power. Il 10,9% dei fondi totali, infatti, sono stati investiti in società di media e nell'industria dell'entertainment.
martedì 20 novembre 2012
Russia e Cina: interessi a confronto
Continuano i rapporti ravvicinati tra Russia e Cina. È ormai chiaro che le opportunità di cooperazione tra queste due nazioni hanno un enorme potenziale benefico, in particolare sulle risorse naturali. In fatto di petrolio e gas russi permangono forti interessi da parte del Dragone sia in termini di domanda energetica che di negoziazioni.
Gli interessi tra la Federazione Russa e la Cina sono sempre più affini.
È ormai chiaro che le opportunità di cooperazione tra queste due nazioni hanno un enorme potenziale benefico, in particolare sulle risorse naturali. In fatto di petrolio e gas russi permangono forti interessi da parte del Dragone sia in termini di domanda energetica che di negoziazioni.
Non più tardi di due settimane fa, Putin ha infatti affermato che la Russia e la Cina raggiungeranno degli accordi sul problema della fornitura di petrolio e di gas, e che promuoveranno l'interscambio bilaterale a 100 miliardi di USD.
Nel settembre 2012, le relazioni russo-cinesi hanno raccolto il massimo dalla cooperazione. Vladimir Putin, durante l’incontro svoltosi a Vladivostok ai margini del summit APEC con il presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao, ha dichiarato: "Sentiamo il desiderio di tutta la direzione della Cina e del popolo cinese di sviluppare la cooperazione con il nostro paese", aveva detto il presidente della Russia
Oggi la crescita dell'interscambio bilaterale è dovuta anche all'entrata delle merci cinesi nel mercato russo, in particolare di una grande quantità di prodotti di prima necessità; la parte russa non stabilirà alcuna barriera nei confronti delle merci cinesi, perché la Russia è ormai membro del WTO.
Sono molti i progetti in ballo tra Estremo Oriente e Cina come per esempio l'estensione della rete ferroviaria Russia-Cina.
Gli interessi tra la Federazione Russa e la Cina sono sempre più affini.
È ormai chiaro che le opportunità di cooperazione tra queste due nazioni hanno un enorme potenziale benefico, in particolare sulle risorse naturali. In fatto di petrolio e gas russi permangono forti interessi da parte del Dragone sia in termini di domanda energetica che di negoziazioni.
Non più tardi di due settimane fa, Putin ha infatti affermato che la Russia e la Cina raggiungeranno degli accordi sul problema della fornitura di petrolio e di gas, e che promuoveranno l'interscambio bilaterale a 100 miliardi di USD.
Nel settembre 2012, le relazioni russo-cinesi hanno raccolto il massimo dalla cooperazione. Vladimir Putin, durante l’incontro svoltosi a Vladivostok ai margini del summit APEC con il presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao, ha dichiarato: "Sentiamo il desiderio di tutta la direzione della Cina e del popolo cinese di sviluppare la cooperazione con il nostro paese", aveva detto il presidente della Russia
Oggi la crescita dell'interscambio bilaterale è dovuta anche all'entrata delle merci cinesi nel mercato russo, in particolare di una grande quantità di prodotti di prima necessità; la parte russa non stabilirà alcuna barriera nei confronti delle merci cinesi, perché la Russia è ormai membro del WTO.
Sono molti i progetti in ballo tra Estremo Oriente e Cina come per esempio l'estensione della rete ferroviaria Russia-Cina.
lunedì 19 novembre 2012
Calcio Milan Inter: è l’ora della Cina, o forse no?
Le esigenze di marketing hanno da tempo portato le società sportive a guardare al mercato asiatico. Non desta sorpresa quindi l'interesse dell’A.C. Milan nei confronti del Dragone. Tramonta invece per ora l’operazione tra la China Railways Construction e l’F.C. Internazionale.
Le esigenze di marketing hanno da tempo portato le società sportive italiane a guardare al mercato asiatico. Da poco tramontato l’accordo tra l’Internazionale F.C. e la China Railways Construction, è invece ora tempo per l’A.C. Milan di fare i conti con il mercato cinese.
Gli scenari mondiali dell’economia e del calcio sono totalmente cambiati: chi l’avrebbe mai pensato, solamente qualche anno fa, che Berlusconi e Moratti, per mantenere la competitività delle proprie squadre, avrebbero avuto bisogno di liquidità aggiuntiva e di capitale fresco in entrata dalla Cina. Ora tutto questo sta diventando realtà.
Detto dell’accordo congelato tra l’Inter e il secondo agglomerato industriale cinese operante nel settore delle costruzioni (che avrebbe dovuto occuparsi della costruzione del nuovo stadio interista ma che per pratiche burocratiche cinesi non ha potuto portare a termine il progetto), diverso è la situazione del club di Via Turati. Se l’ipotesi di una cessione totale è stata per ora accantonata da Berlusconi, dato che l’opzione non piace, trovare dei soci che subentrino e che, con il passare degli anni, possano acquisire il pacchetto di maggioranza è l’idea ora più credibile, anche se non facilmente realizzabile.
Il prossimo martedì 4 dicembre 2012, una delegazione cinese capeggiata da Liu Yongzhuo, farà visita al Milan con l’obiettivo di analizzare l’organizzazione societaria della società. Già da tempo si parla della volontà del Milan di lanciare il proprio brand in Asia replicando l’idea del “local sponsors”; attraverso questa opzione il marchio rossonero entrerebbe nel Paese e uno sponsor locale potrebbe essere associato alla stessa società al fianco degli sponsor globali, ossia Adidas e Fly Emirates.
Le esigenze di marketing hanno da tempo portato le società sportive italiane a guardare al mercato asiatico. Da poco tramontato l’accordo tra l’Internazionale F.C. e la China Railways Construction, è invece ora tempo per l’A.C. Milan di fare i conti con il mercato cinese.
Gli scenari mondiali dell’economia e del calcio sono totalmente cambiati: chi l’avrebbe mai pensato, solamente qualche anno fa, che Berlusconi e Moratti, per mantenere la competitività delle proprie squadre, avrebbero avuto bisogno di liquidità aggiuntiva e di capitale fresco in entrata dalla Cina. Ora tutto questo sta diventando realtà.
Detto dell’accordo congelato tra l’Inter e il secondo agglomerato industriale cinese operante nel settore delle costruzioni (che avrebbe dovuto occuparsi della costruzione del nuovo stadio interista ma che per pratiche burocratiche cinesi non ha potuto portare a termine il progetto), diverso è la situazione del club di Via Turati. Se l’ipotesi di una cessione totale è stata per ora accantonata da Berlusconi, dato che l’opzione non piace, trovare dei soci che subentrino e che, con il passare degli anni, possano acquisire il pacchetto di maggioranza è l’idea ora più credibile, anche se non facilmente realizzabile.
Il prossimo martedì 4 dicembre 2012, una delegazione cinese capeggiata da Liu Yongzhuo, farà visita al Milan con l’obiettivo di analizzare l’organizzazione societaria della società. Già da tempo si parla della volontà del Milan di lanciare il proprio brand in Asia replicando l’idea del “local sponsors”; attraverso questa opzione il marchio rossonero entrerebbe nel Paese e uno sponsor locale potrebbe essere associato alla stessa società al fianco degli sponsor globali, ossia Adidas e Fly Emirates.
mercoledì 14 novembre 2012
Piaggio Aero consegna in Cina il primo P 180 Avanti
L’azienda italiana, leader nel settore aeronautico, ha oggi consegnato il primo velivolo P 180 Avanti al primo cliente ed operatore Cinese del velivolo italiano.
Durante l’apertura dell’Air Show China 2012, Piaggio Aero ha consegnato il primo velivolo P.180 Avanti II a Free Sky/CAEA Beijing Aviation Investment Co.Ltd., il primo cliente ed operatore cinese del velivolo italiano. Il velivolo può coprire 2700 km raggiungendo la velocità massima di 745 km/h.
Ciò a testimonianza che il mercato dell'aviazione in Cina sta conoscendo una crescita esponenziale, grazie alla progressiva richiesta oltre che alla liberalizzazione degli spazi aerei e alla concretizzazione degli investimenti in infrastrutture già pianificati dal Governo di Pechino.
La Cina ha avviato da tempo un ripensamento strategico sul proprio modello di sviluppo: il Paese ha necessità di intervenire sull’economia della conoscenza e quindi da una parte sulle tecnologie ad alto contenuto di innovazione e dall’altra sulle attività ad alto contenuto di creatività. Proprio in questa ottica si ricollega il rapporto avviato con Piaggio Aero.
L’azienda di Sestri Ponente ha ricevuto negli ultimi due anni gli ordini da tutte le nazioni del BRIC dove si è concentrata l'azione della Piaggio in considerazione delle flessioni dei mercati tradizionali come Nord America ed Europa.
Durante l’apertura dell’Air Show China 2012, Piaggio Aero ha consegnato il primo velivolo P.180 Avanti II a Free Sky/CAEA Beijing Aviation Investment Co.Ltd., il primo cliente ed operatore cinese del velivolo italiano. Il velivolo può coprire 2700 km raggiungendo la velocità massima di 745 km/h.
Ciò a testimonianza che il mercato dell'aviazione in Cina sta conoscendo una crescita esponenziale, grazie alla progressiva richiesta oltre che alla liberalizzazione degli spazi aerei e alla concretizzazione degli investimenti in infrastrutture già pianificati dal Governo di Pechino.
La Cina ha avviato da tempo un ripensamento strategico sul proprio modello di sviluppo: il Paese ha necessità di intervenire sull’economia della conoscenza e quindi da una parte sulle tecnologie ad alto contenuto di innovazione e dall’altra sulle attività ad alto contenuto di creatività. Proprio in questa ottica si ricollega il rapporto avviato con Piaggio Aero.
L’azienda di Sestri Ponente ha ricevuto negli ultimi due anni gli ordini da tutte le nazioni del BRIC dove si è concentrata l'azione della Piaggio in considerazione delle flessioni dei mercati tradizionali come Nord America ed Europa.
lunedì 12 novembre 2012
Cina: crescita PIL al 7,5%
Nella terza giornata del 18esimo Congresso del Partito Comunista a Pechino, resi noti i dati che vedranno alla fine del 2012 il Pil cinese attestarsi oltre il 7,5%.
La Cina riparte e, a fine 2012, la crescita del Pil cinese si attesterà oltre il 7,5%. È questo quanto emerso nella terza giornata del 18esimo Congresso del Partito Comunista svoltosi a Pechino.
Il responsabile della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme del Paese, Zhang Ping, ha infatti dichiarato: "A ottobre i segnali di stabilizzazione dell'economia sono diventati piu' evidenti e abbiamo pienamente fiducia che a fine anno raggiungeremo gli obiettivi economici e che manterremo la crescia del Pil al di sopra del 7,5%".
I dati di ottobre hanno registrato un'impennata degli investimenti in infrastrutture, una produzione industriale che ha viaggiato ai ritmi più veloci da cinque mesi, un surplus della bilancia commerciale ai massimi da 45 mesi, in crescita di oltre l'11%.
L’inflazione si attesta invece a 1,7% (in rallentamento rispetto all'1,9% di settembre) e ai minimi dal gennaio 2010.
La Cina riparte e, a fine 2012, la crescita del Pil cinese si attesterà oltre il 7,5%. È questo quanto emerso nella terza giornata del 18esimo Congresso del Partito Comunista svoltosi a Pechino.
Il responsabile della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme del Paese, Zhang Ping, ha infatti dichiarato: "A ottobre i segnali di stabilizzazione dell'economia sono diventati piu' evidenti e abbiamo pienamente fiducia che a fine anno raggiungeremo gli obiettivi economici e che manterremo la crescia del Pil al di sopra del 7,5%".
I dati di ottobre hanno registrato un'impennata degli investimenti in infrastrutture, una produzione industriale che ha viaggiato ai ritmi più veloci da cinque mesi, un surplus della bilancia commerciale ai massimi da 45 mesi, in crescita di oltre l'11%.
L’inflazione si attesta invece a 1,7% (in rallentamento rispetto all'1,9% di settembre) e ai minimi dal gennaio 2010.
mercoledì 7 novembre 2012
8 novembre: Congresso Nazionale del PCC
Il Partito Comunista Cinese, che governa la nazione più popolosa del mondo dal 1949, darà il via al Diciottesimo Congresso Nazionale il prossimo 8 novembre, al termine del quale sarà nominata la prossima formazione di leader alla guida del paese.
Inizia domani in Cina il congresso del PCC che porterà alla formazione della nuova guida del Paese. La transizione di governo in Cina ha una valenza che va oltre la stabilità economica nel contesto internazionale e sarà proprio il nuovo governo di Pechino a dare forma all’economia nazionale. Secondo gli esperti, la direzione verso la quale saranno indirizzate le riforme economiche determinerà la capacità del Paese di dirigersi verso la cosiddetta "sostenibilità".
A causa della segretezza del sistema politico cinese è sempre difficile prevedere quale sarà questa direzione e allo stesso tempo pronosticare quali saranno le prossime mosse del governo; il cambiamento per la Cina è a ogni modo vicino e quello che accadrà avrà impatto su tutta l’economia mondiale, forse anche più di quanto non ne abbia la rielezione di Obama.
Nel frattempo, l’economia mondiale resta a guardare, in attesa di conoscere quali saranno i cambiamenti e quali le implicazioni sugli assi economici internazionali che ne determineranno il futuro.
Inizia domani in Cina il congresso del PCC che porterà alla formazione della nuova guida del Paese. La transizione di governo in Cina ha una valenza che va oltre la stabilità economica nel contesto internazionale e sarà proprio il nuovo governo di Pechino a dare forma all’economia nazionale. Secondo gli esperti, la direzione verso la quale saranno indirizzate le riforme economiche determinerà la capacità del Paese di dirigersi verso la cosiddetta "sostenibilità".
A causa della segretezza del sistema politico cinese è sempre difficile prevedere quale sarà questa direzione e allo stesso tempo pronosticare quali saranno le prossime mosse del governo; il cambiamento per la Cina è a ogni modo vicino e quello che accadrà avrà impatto su tutta l’economia mondiale, forse anche più di quanto non ne abbia la rielezione di Obama.
Nel frattempo, l’economia mondiale resta a guardare, in attesa di conoscere quali saranno i cambiamenti e quali le implicazioni sugli assi economici internazionali che ne determineranno il futuro.
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