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martedì 23 aprile 2013

Fitch declassa la Cina

Economia volatile e troppa liquidità. Sono questi i punti che hanno portato l’agenzia di rating Fitch a declassare il debito pubblico in yuan da AA- ad A+, ponendo dubbi sul futuro del paese in relazione al processo di trasformazione in atto e ad un possibile rischio di instabilità finanziaria.

Economia volatile, troppa liquidità e finanza ombra. Sono in sostanza questi i punti attorno ai quali l’agenzia di rating Fitch ha posto le basi per il declassamento della Cina, tagliando il rating del debito, che passa così da AA- ad A+.
Si sapeva che prima o poi questo sarebbe avvenuto, considerato anche il fatto che il Paese è ormai un’economia emersa, possibile di rallentamento.
Analizzando i dati, la bilancia commerciale della Cina lo scorso mese ha registrato, contro le previsioni dei principali analisti, un deficit di 880 milioni di dollari. Questo è la conseguenza di un improvviso aumento delle importazioni a cui va aggiunta una debole crescita delle esportazioni; il dato potrebbe anche essere la naturale conseguenza di un aumento della domanda interna di una popolazione che vive meglio e può spendere di più, anche se, secondo l’agenzia di rating questo passaggio dal modello di sviluppo potrebbe invece condurre l’economia del Dragone ad una sostanziale volatilità.
A preoccupare l’agenzia di rating, oltre a questo, vi è la finanza ombra che minaccia la stabilità economica.
Il sistema ombra sviluppato in Cina in parallelo all’azione della banche, e contro il quale il Governo ha provato più volte ad arginare l’eccesso di liquidità da esso prodotto, alla fine dello scorso anno ha portato la percentuale di credito concesso a famiglie e imprese al 198% del Pil.

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