Riforme per stabilizzare la crescita economica del Paese. Tra queste, tagli alle tasse e maggior aiuto ai lavoratori rurali che vogliono trasferirsi in città.
Durante la Central Economic Work Conference dello scorso weekend, sono emerse due possibili proposte per stabilizzare la crescita economica del Paese: i tagli alle tasse e il maggior aiuto ai lavoratori rurali che vogliono trasferirsi in città.
Le riforme più urgenti rimangono quelle riguardo la distribuzione del reddito, i prezzi dell'energia e le imprese di monopolio statale.
È previsto un aumento relativo alla fornitura di capitale destinata allo sviluppo, che comporterà l’innalzamento dei prestiti bancari e il mantenimento della valuta.
Saranno inoltre incoraggiati gli investimenti pubblici e privati, mentre verranno mantenute attive politiche fiscali (con una nuova riforma) e prudenti politiche monetarie.
Promesse sono state fatte anche riguardo il sostegno all'agricoltura, all'economia rurale, all'innovazione, e riguardo il miglioramento del tenore di vita.
È parere di molti economisti che l'obiettivo di crescita per il 2013 potrebbe mantenere il livello del 7,5% come per l’anno corrente. Nel terzo trimestre la crescita del PIL si è attestata al 7,4%.
Dalla conferenza è emerso infine che la Cina mostra "grande coraggio e intelligenza" nel promuovere le riforme di mercato.
lunedì 17 dicembre 2012
venerdì 7 dicembre 2012
Il rallentamento dell’economia cinese è solo una pausa
Rallentamento o semplice pausa? Economisti ed esperti internazionali concordano sul fatto che l’economia cinese farà da volano per la ripresa economica mondiale nei prossimi anni puntando a diventare la prima economia mondiale nel giro di poco tempo.
L’economia cinese ha risentito della crisi globale in atto, ma nonostante i segni di debolezza mostrati all’inizio dell’anno, la sua crescita è rimasta vicina all’8% nel secondo semestre con lo yuan che si è rafforzato del 6% nei confronti dell’euro.
Si sa che, grazie a una forte crescita economica superiore al 9% nel 2011 e col suo miliardo abbondante di abitanti, la Repubblica Popolare Cinese si appresta nel giro di pochi anni a diventare la prima economia mondiale davanti agli Stati Uniti.
Un percorso che si materializzerà nel tempo. Andiamo a vedere come.
È risaputo che l’arma vincente del Dragone sono i costi da sfruttamento della manodopera per sostenere le proprie esportazioni cinesi, che il resto del mondo non può permettersi. Ciò, se da un lato porta sul piano monetario al fatto che lo yuan sia oggi altamente svalutato nei confronti del dollaro, allo stesso tempo fa comodo alle autorità economiche e monetarie cinesi che si approvvigionano di dollari a basso costo per poi comperare sul mercato il petrolio, o in ogni caso materie prime.
Il governo americano da tempo sta chiedendo a Pechino di rivalutare lo yuan rispetto al dollaro, ma finora i risultati sono stati abbastanza deludenti. Lo stesso governo evidenzia che le autorità cinesi hanno ridotto sensibilmente il grado di intervento ufficiale sul cambio dal terzo trimestre del 2011 ad oggi, ma il livello della moneta asiatica sul mercato dei cambi è ritenuto ancora da Washington assai svalutato. Negli ultimi dieci mesi lo yuan si è apprezzato infatti del 9% in termini reali e provoca sempre più l’attrattiva degli investitori.
L’economia cinese ha risentito della crisi globale in atto, ma nonostante i segni di debolezza mostrati all’inizio dell’anno, la sua crescita è rimasta vicina all’8% nel secondo semestre con lo yuan che si è rafforzato del 6% nei confronti dell’euro.
Si sa che, grazie a una forte crescita economica superiore al 9% nel 2011 e col suo miliardo abbondante di abitanti, la Repubblica Popolare Cinese si appresta nel giro di pochi anni a diventare la prima economia mondiale davanti agli Stati Uniti.
Un percorso che si materializzerà nel tempo. Andiamo a vedere come.
È risaputo che l’arma vincente del Dragone sono i costi da sfruttamento della manodopera per sostenere le proprie esportazioni cinesi, che il resto del mondo non può permettersi. Ciò, se da un lato porta sul piano monetario al fatto che lo yuan sia oggi altamente svalutato nei confronti del dollaro, allo stesso tempo fa comodo alle autorità economiche e monetarie cinesi che si approvvigionano di dollari a basso costo per poi comperare sul mercato il petrolio, o in ogni caso materie prime.
Il governo americano da tempo sta chiedendo a Pechino di rivalutare lo yuan rispetto al dollaro, ma finora i risultati sono stati abbastanza deludenti. Lo stesso governo evidenzia che le autorità cinesi hanno ridotto sensibilmente il grado di intervento ufficiale sul cambio dal terzo trimestre del 2011 ad oggi, ma il livello della moneta asiatica sul mercato dei cambi è ritenuto ancora da Washington assai svalutato. Negli ultimi dieci mesi lo yuan si è apprezzato infatti del 9% in termini reali e provoca sempre più l’attrattiva degli investitori.
martedì 4 dicembre 2012
S&P's conferma rating AA-/A-1+ per la Cina
L'agenzia stima una crescita di Pil pro capite al 7,3% per il 2013-2015, meno del 10,2% medio dei passati cinque anni (2007-2011). Le prospettive di crescita per la Cina sono dunque eccezionali.
Prospettive di crescita eccezionali per la Cina. A rivelarlo è un rapporto stilato dall’agenzia di rating Standard & Poor's.
L'agenzia stima una crescita di Pil pro capite al 7,3% per il 2013-2015, meno del 10,2% medio dei passati cinque anni (2007-2011) e conferma il rating del Paese come AA-/A-1+.Il Pil pro capite per il 2012 è invece attualmente stimato in 6.141 dollari.
Secondo Kim Eng Tan, analista dell'agenzia: "Gli sforzi verso riforme strutturali e fiscali più profonde dovrebbero continuare. L'outlook è stabile, ma se lo sforzo riformista si dovesse indebolire, con una minore performance economica e con un peggioramento del settore del credito, l'agenzia potrebbe ridurre il giudizio. Al contrario, con un maggiore sforzo riformista e un riferimento maggiore a strumenti basati sul mercato e un tasso di cambio più flessibile, il rating potrebbe ancora migliorare. Ci aspettiamo che l'economia cinese prosegua la sua forte crescita e che il Paese mantenga la sua solida posizione di creditore estero nei prossimi 3-5 anni […] Ci aspettiamo inoltre che gli elevati risparmi domestici siano più che sufficienti per finanziare forti investimenti nel prossimo futuro".
Gli analisti hanno poi stimano un possibile aumento del debito governativo pari in media all'1,4% del Pil all'anno nel 2012-2015. In proporzione al Pil, l'indebitamento governativo dovrebbe continuare il suo calo, con il debito netto al 13,4% del Pil nel 2014.
Prospettive di crescita eccezionali per la Cina. A rivelarlo è un rapporto stilato dall’agenzia di rating Standard & Poor's.
L'agenzia stima una crescita di Pil pro capite al 7,3% per il 2013-2015, meno del 10,2% medio dei passati cinque anni (2007-2011) e conferma il rating del Paese come AA-/A-1+.Il Pil pro capite per il 2012 è invece attualmente stimato in 6.141 dollari.
Secondo Kim Eng Tan, analista dell'agenzia: "Gli sforzi verso riforme strutturali e fiscali più profonde dovrebbero continuare. L'outlook è stabile, ma se lo sforzo riformista si dovesse indebolire, con una minore performance economica e con un peggioramento del settore del credito, l'agenzia potrebbe ridurre il giudizio. Al contrario, con un maggiore sforzo riformista e un riferimento maggiore a strumenti basati sul mercato e un tasso di cambio più flessibile, il rating potrebbe ancora migliorare. Ci aspettiamo che l'economia cinese prosegua la sua forte crescita e che il Paese mantenga la sua solida posizione di creditore estero nei prossimi 3-5 anni […] Ci aspettiamo inoltre che gli elevati risparmi domestici siano più che sufficienti per finanziare forti investimenti nel prossimo futuro".
Gli analisti hanno poi stimano un possibile aumento del debito governativo pari in media all'1,4% del Pil all'anno nel 2012-2015. In proporzione al Pil, l'indebitamento governativo dovrebbe continuare il suo calo, con il debito netto al 13,4% del Pil nel 2014.
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